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ROMA – focus/ aise – È stata inaugurata il 1° luglio a Parigi presso la Salle Mirò dell’UNESCO, su iniziativa della Rappresentanza Permanente d’Italia, la mostra fotografica “Vicino/lontano. Viaggio alla scoperta del patrimonio culturale e naturale dell’immigrazione in Italia”.
Ideata e realizzata dalla Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO, in collaborazione con il PalaExpo e il Centro Studi sul Mediterraneo del Consiglio Nazionale delle Ricerche, la mostra, curata da Francesca Campana, è ora visitabile sino al 10 luglio nella capitale francese, dopo le fortunate esposizioni di Roma e Bologna.
Il vernissage si è svolto alla presenza dei delegati dei 29 Paesi rappresentati attraverso le immagini fotografiche e di numerose personalità, che hanno avuto l’opportunità di apprezzare, attraverso un vivido e toccante racconto per immagini, lo sguardo delle comunità straniere residenti in Italia sul proprio patrimonio culturale, sia materiale che immateriale.
L’ambasciatore Liborio Stellino, rappresentante permanente d’Italia presso l’UNESCO, ha aperto i saluti istituzionali sottolineando l’importanza della mostra per la promozione della diversità culturale della quale sono espressione le comunità straniere che vivono in Italia.
Franco Bernabè, presidente della Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO, ha ricordato come l’Italia, Paese che attribuisce da sempre grande importanza al proprio patrimonio culturale, non può che riconoscere quello degli altri, in quanto espressione di valori e bisogni universali.
Fumiko Ohinata, a capo del Segretariato della Convenzione UNESCO del 2003 sulla Salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale, ha definito il progetto visionario, sia nel suo rappresentare la stretta connessione tra il patrimonio tangibile e intangibile sia nel coinvolgimento delle comunità, elementi fondanti dell’azione dell’UNESCO nel prossimo futuro, come stabilito nella dichiarazione “The Spirit of Naples”, adottata in occasione della Conferenza sul Patrimonio Culturale nel XXI secolo, tenutasi a Napoli lo scorso novembre.
Hanno concluso gli interventi i fotografi Mohamed Keita, che ha parlato della sua esperienza di integrazione attraverso la fotografia e dell’attività delle due scuole da lui fondate a Bamako in Mali e a Roma, e Nilowfer Awan Ahamede, autrice del reportage del suo viaggio alla ricerca delle proprie radici culturali in Pakistan.
In preparazione del cinquantesimo anniversario dalla firma dell’Atto finale di Helsinki del 1975, la Rappresentanza Permanente d’Italia presso l’OSCE a Vienna ha promosso la realizzazione di un libro che approfondisce numerosi aspetti storici di un periodo particolarmente importante per la politica estera. È nato così il libro “Italia-Helsinki 50. Dall’Atto finale di Helsinki del 1975 all’OSCE di oggi” (Editoriale Scientifica, 2024) curato dal prof. Luciano Monzali e dall’ambasciatore Stefano Baldi, che raccoglie i contributi originali di diversi storici e diplomatici. Il volume è disponibile gratuitamente nella sua versione digitale.
L’impegno a mantenere aperto un dialogo con l’Unione sovietica e il blocco degli Stati comunisti costituitosi alla fine degli anni Quaranta è stato, accanto ai tre pilastri della politica estera italiana (l’Alleanza atlantica, l’integrazione europea e il Mediterraneo-Medio Oriente), un tema cruciale dell’azione internazionale dell’Italia repubblicana.
L’Ostpolitik italiana ebbe una sua importante manifestazione nella partecipazione attiva del governo di Roma al processo diplomatico che portò alla firma dell’Atto finale di Helsinki, alla nascita della Conferenza per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (CSCE) e alla sua progressiva istituzionalizzazione nell’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE).
Questo volume costituisce il primo tentativo di studio complessivo del ruolo dell’Italia nella genesi degli accordi di Helsinki e nell’evoluzione della CSCE e dell’OSCE. Da una parte, presenta una serie di analisi storiche, fondate anche su fonti documentarie italiane inedite e mai prima utilizzate che aiutano a comprendere i momenti principali della cooperazione paneuropea dagli anni Sessanta del Novecento allo scoppio della guerra di aggressione russa nei confronti dell’Ucraina, sottolineando l’importanza del ruolo italiano. Dall’altra, raccoglie valutazioni e riflessioni di alcune delle più eminenti personalità diplomatiche italiane che hanno dedicato particolare attenzione e partecipato in prima persona allo sviluppo del processo di Helsinki.
Il libro rappresenta quindi una lettura obbligata per capire un aspetto importante della storia più recente della politica estera italiana e, più in generale, del continente europeo.
“Italia-Helsinki 50. Dall’Atto finale di Helsinki del 1975 all’OSCE di oggi” è pubblicato nella collana “Memorie e studi diplomatici” dell’Editoriale Scientifica.
“Come la diplomazia, lo sport avvicina le nazioni e unisce i popoli al di là di ogni barriera”. Così il Consolato italiano a Friburgo che, a pochi giorni dall’inizio delle Olimpiadi, ospiterà – il prossimo 10 luglio – Daniele Cassioli, il più grande sciatore nautico paralimpico di tutti i tempi.
38 anni, nato cieco, Cassioli racconta la sua storia ne “Il vento contro” che a Friburgo presenterà al Regierungspräsidium (sede in Bissierstrasse 3) dalle ore 15:00.
All’incontro – inserito nell’ambito del ciclo “Storie di volti” – interverranno anche la Console a Friburgo Francesca Toninato e il direttore dell’IIC di Stoccarda Giuseppe Restuccia.
“Daniele – sottolinea il Consolato – porterà al pubblico il suo messaggio di resilienza e gli insegnamenti tratti dallo sport che da anni condivide attraverso la scrittura”.
Il libro verrà donato agli studenti vincitori della terza edizione del “Premio Consolato”. (focus\aise)