Fare rete (2)

ROMA – focus/aise – La residenza dell’Ambasciatore italiano nei Paesi Bassi, in collaborazione con l’Ambasciata della Tanzania, ha ospitato lo scorso martedì, 23 luglio, l’evento “Italy and Tanzania celebrate Esperanto: Connecting Countries in view of the 109th World Congress of Esperanto”.
È stato – sottolinea la sede diplomatica – un evento particolarmente significativo per celebrare l’amicizia tra Africa ed Europa, in particolare tra Tanzania e Italia. Un legame che è stato celebrato attraverso discorsi, presentazioni e momenti di condivisione culturale, evidenziando i valori comuni e le prospettive di collaborazione futura.
Sono intervenuti nel corso della serata l’Ambasciatore italiano Giorgio Novello, Caroline Chipeta, Ambasciatrice della Tanzania nei Paesi Bassi, Riaz Hamidullah, Ambasciatore del Bangladesh nei Paesi Bassi, Federico Gobbo, professore all’Università di Amsterdam e special chair della Universala Esperanto-Asocio (UEA) e Louis von Wunsch-Rolshoven, rappresentante dell’Universala Esperanto-Asocio (UEA).
Il 109° Congresso Universale di Esperanto si terrà ad Arusha tra poche settimane: un momento storico per il movimento esperantista che per la prima volta si riunirà in Africa. L’evento in Residenza ha simbolizzato il passaggio di consegne tra Torino, sede dell’ultimo congresso, e Arusha, evidenziando l’importanza di portare l’Esperanto in diverse parti del mondo e promuovere l’unità globale.
L’Ambasciatore italiano in Bosnia Erzegovina, Marco Di Ruzza, ha preso parte il 22 e il 23 luglio scorsi alle commemorazioni organizzate dalle Autorità bosniaco-erzegovesi in partenariato con UNESCO per celebrare il ventesimo anniversario della riapertura del Ponte Vecchio (Stari Most) di Mostar, avvenuta il 23 luglio 2004. L’Italia è stata invitata alla manifestazione tra gli ospiti d’onore, sottolinea l’Ambasciata, essendosi a suo tempo distinta quale primo Paese donatore nello sforzo di solidarietà internazionale che rese possibile la riedificazione del Ponte ed il suo successivo inserimento nel patrimonio UNESCO. Un impegno, quello italiano, cruciale per il raggiungimento dell’obiettivo e a forte valenza simbolica, come testimoniato dalla partecipazione dell’allora Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi – nella circostanza accompagnato dal Ministro della Difesa Antonio Martino – alla cerimonia che diede inizio ai lavori di ricostruzione, il 27 giugno 2002.
Costruito nel 1557, gioiello dell’architettura ottomana medievale, il Ponte Vecchio ha rappresentato da sempre il più iconico e suggestivo simbolo di Mostar, espressione della convivenza tra l’Occidente cristiano e l’Oriente islamico. La sua distruzione offrì una delle immagini più drammatiche e laceranti della guerra che sconvolse la Bosnia Erzegovina nell’ambito della disgregazione della ex-Jugoslavia. La struttura venne infatti cannoneggiata il 9 novembre 1993 nell’ambito del “conflitto dentro il conflitto” che vide contrapposte a Mostar le forze croato-bosniache e quelle bosgnacche.
Le celebrazioni si sono articolate su due giorni in un ampio pacchetto di manifestazioni, che hanno visto la partecipazione delle massime Autorità statali, con il Presidente di turno Denis Bećirović, la Presidente del Consiglio Bojana Kristo e il Ministro degli Affari Esteri Elmedin Konaković; delle Autorità locali, a cominciare dal Sindaco di Mostar Mario Kordić e dal Presidente del Consiglio comunale Salem Marić; della comunità internazionale, ivi inclusi l’ex-Presidente della Slovenia Barut Pahor, il Ministro degli Esteri croato Gordan Grlić Radman, il Vice Ministro degli Esteri turco Burhanettin Duran, il Vice Direttore Generale di UNESCO Qu Xing e la Vice Presidente della Banca Mondiale per l’Europa e l’Asia centrale, l’italiana Antonella Bassani; e infine di diverse ONG, tra le quali il “Centro per la Pace e la cooperazione multietnica” di Mostar, diretto dall’ex-Sindaco di Mostar Safet Orucević.
Nella serata del 23 luglio, in un palco allestito ai piedi del Ponte e con le immagini della ricostruzione a fare da sfondo, il Sindaco Kordic e il Presidente del Consiglio comunale Marić – rispettivamente croato-bosniaco e bosgnacco – hanno consegnato un riconoscimento ai rappresentanti degli attori internazionali che maggiormente hanno contributo alla ricostruzione del Ponte Vecchio, incluso ovviamente il nostro Paese.
“Il determinante apporto italiano alla ricostruzione dello Stari Most – ha dichiarato l’Ambasciatore Di Ruzza – è la nitida testimonianza della nostra azione a sostegno della pacificazione interetnica e della stabilità della Bosnia Erzegovina. Il Ponte ricostruito rappresenta senz’altro uno dei più significativi emblemi di un processo di riconciliazione che, pur tortuoso e incompleto, ha comunque consentito al Paese balcanico – anche con il sostegno italiano – di ottenere lo status di candidato all’adesione europea e di rendere concrete le prospettive di avvio dei relativi negoziati”. (focus\aise)