I passi della cooperazione (2)

ROMA – focus/aise - È stato lanciato ufficialmente da AICS Tirana e UNODC – The United Nations Office on Drugs and Crime il progetto “Rafforzamento della capacità e del coordinamento della magistratura e delle forze dell’ordine in Bosnia-Erzegovina per affrontare efficacemente la corruzione e la criminalità economica”, finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo.
Principali partner e beneficiari delle attività saranno innanzitutto importanti istituzioni giudiziarie locali quali l’Alto Consiglio della Magistratura (HJPC), i Centri di Formazione Giudiziaria della Repubblica Srpska e della Federazione (CEST) e l’Agenzia per la Prevenzione della Corruzione e il Coordinamento della Lotta contro la Corruzione (APIK).
Rafforzare le capacità di condurre indagini finanziarie e impegnarsi nel recupero dei beni è un obiettivo chiave del progetto, attuando strategie anticorruzione e promuovendo un migliore coordinamento tra polizia, pubblici ministeri e le altre parti interessate. In questo modo, il progetto intende contribuire al soddisfacimento dei requisiti richiesti dall’Unione Europea per il processo di adesione, in relazione alla lotta contro la corruzione e la criminalità organizzata, sostenendo l’attuazione della Convenzione delle Nazioni Unite contro la corruzione, di cui la Bosnia-Erzegovina è Stato membro, e promuovendo il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, in particolare l’SDG 16 relativo a pace, giustizia e istituzioni solide.
Durante il proprio intervento al lancio, la direttrice di AICS Tirana Stefania Vizzaccaro ha sottolineato il ruolo delle istituzioni bosniache, che “hanno mostrato una chiara volontà di lavorare insieme per creare un sistema giuridico più forte, ricoprendo un ruolo non solo di beneficiarie ma anche di protagoniste attive nel processo di riforma, essenziali per realizzare le nostre ambizioni condivise di trasparenza, integrità e giustizia”.
La Segretaria Generale dell’IILA, Antonella Cavallari, ha ricevuto nella sua sede la Ministra dell’Agricoltura e dello Sviluppo Rurale della Colombia, Martha Viviana Carvajalino Villegas, accompagnata dall’Ambasciatrice colombiana S.E. Ligia Quessep Bitar.
Il proficuo momento di dialogo ha permesso alla Segretario Cavallari di illustrare alla Ministra Carvajalino le iniziative che IILA ha recentemente realizzato e sta per avviare in Colombia nel settore dell’agricoltura di precisione e dello sviluppo rurale sostenibile, progetti caratterizzati da risultati particolarmente rilevanti anche in termini di impatto sulla popolazione rurale. Lo scorso anno si è concluso il programma “Paz Colombia”, finanziato dalla DGCS-MAECI, che ha promosso la formazione e l’inclusione sociale dei piccoli produttori, soprattutto giovani e donne, migliorato la produttività e la sostenibilità delle economie rurali nelle regioni di Cauca, Huila e Cartama: oltre 10.000 famiglie coinvolte, migliaia di agricoltori formati, evidente miglioramento nella quantità e qualità dei prodotti e incremento del reddito familiare. Quest’anno è stato avviato un nuovo importante progetto “Innovación rural y sostenible para un desarrollo regional en condiciones de variabilidad climática en la Región Central RAP–E”, finanziato da DGCS/MAECI e AICS ed eseguito da IILA, nei territori di Cundinamarca, Boyacá, Tolima e Huila. Come sottolineato da SG Cavallari: “attraverso questa nuova iniziativa vogliamo replicare gli ottimi risultati ottenuti dal progetto Paz Colombia, rafforzando la conservazione della biodiversità e i servizi ecosistemici regionale e nazionale e promuovendo la resilienza a fronte dei cambiamenti climatici”. La Ministra Carvajalino ha espresso sincera gratitudine per il costante e significativo impegno dell’IILA in Colombia, evidenziando che il progetto RAP-E si sta svolgendo in quattro dei dipartimenti che hanno la più alta produzione agricola della Colombia, nonché la maggiore diversità ambientale e riserva idrica del Paese, e tale ricchezza deve essere preservata e tutelata.
La conversazione ha incluso anche utili informazioni sulle iniziative IILA nell’ambito del programma europeo AL-INVEST Verde (la Colombia ha partecipato alle attività sulla sostenibilità della filiera del cacao e sull’adeguamento delle imprese produttrici al Regolamento dell’Unione Europea sulle Filiere Libere da Deforestazione, EUDR), e sugli strumenti finanziari disponibili a sostegno dell’export di macchinari agricoli prodotti da aziende italiane, di cui la Ministra ha riconosciuto che la Colombia ha certamente bisogno.
Infine, la Segretaria Generale Cavallari, rispondendo all’informazione data dalla Ministra circa il recente avvio, dopo molti anni, del nuovo progetto “Agrocadenas”, finanziato dalla cooperazione italiana, ha confermato la piena disponibilità di IILA a contribuire anche nell’ambito di questo progetto allo sviluppo sostenibile del settore agricolo colombiano, se cosi le verrà richiesto.
Il 17 ottobre scorso è stato celebrato a Niamey un evento speciale per commemorare i 40 anni del Progetto Integrato Keita, simbolo della cooperazione storica tra Italia e Niger.
Durante la conferenza intitolata “40 anni del progetto Keita. L’Italia e il Niger, una storia che continua”, svoltasi nell’ambito della Giornata Italo-Nigerina, numerose autorità italiane e nigerine si sono riunite per discutere l’importanza e l’impatto di questo progetto pionieristico.
Il Progetto Keita, avviato nel 1984 e concluso nel 1999, rappresenta uno degli interventi più significativi della Cooperazione Italiana in Niger. Il progetto si concentrava sulla lotta alla desertificazione, sul miglioramento della sicurezza alimentare e sullo sviluppo sostenibile dell’agricoltura. Realizzato in collaborazione con la FAO, il Programma Alimentare Mondiale (PAM) e il Ministero dell’Agricoltura del Niger, il Progetto Keita ha avuto un impatto duraturo nella regione di Tahoua, coinvolgendo le comunità locali e promuovendo l’inclusione sociale, con un’attenzione particolare alle donne.
Nell’intervento d’apertura, l’ambasciatore d’Italia in Niger, Roberto Orlando, ha ricordato l’importanza di questa conferenza come elemento culmine della Giornata italo-nigerina, che ha visto un’ampia partecipazione degli attori del sistema Italia e dei collaboratori, partner e autorità nigerini, senza i quali questa giornata non si sarebbe potuta realizzare. Orlando ha ricordato come il progetto Keita sia stato la prima grande iniziativa italiana in Niger, considerato come un progetto pilota, non solo nella cooperazione italo-nigerina ma anche in altri paesi, soprattutto nell’ambito di interventi di lotta contro la desertificazione.
È intervenuto poi il titolare della sede AICS di Niamey, Fabio Minniti, il quale ha raccontato alcuni aneddoti legati al progetto, come la forte memoria collettiva che Keita ha lasciato tra la popolazione nigerina, anche tra i più giovani. Minniti ha evidenziato come questo progetto non sia stato solo un intervento tecnico, ma anche un modello di inclusione, grazie alla partecipazione attiva delle comunità locali, in particolare delle donne.
Il programma della Giornata italo-nigerina non si è limitato alla conferenza, ma ha visto sin dalla mattina l’apertura di una serie di stand che hanno permesso ai partecipanti di esplorare i diversi settori di cooperazione tra Italia e Niger. (focus\aise)