IIC: cosa bolle in pentola

ROMA – focus/aise - Ancora pochi giorni per partecipare al bando del progetto Nuovo Grand Tour, promosso dall’Istituto Italiano di Cultura di Parigi e dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del MiC, in scadenza il 28 luglio.
Nuovo Grand Tour è un progetto di residenza per giovani talenti europei sotto i trent’anni che si svolge in Italia e in Francia, attraverso una rete di istituzioni partner. Questo programma artistico su larga scala promuove il dialogo culturale e i valori europei di scambio e condivisione, configurandosi come atto concreto delle visioni condivise su giovani e cultura stabilite nell’ambito del Trattato del Quirinale, siglato da Italia e Francia nel novembre del 2021.
Nuovo Grand Tour è un programma multidisciplinare che si rivolge ad artisti di tutti i campi della creazione: arti visive, arti performative (purché connesse con le arti visive), così come le Industrie Culturali e Creative (moda, design, architettura e paesaggio, gastronomia, artigianato, fumetto, scrittura creativa).
Le domande per la selezione di 50 artisti e creativi italiani under 30 per residenze artistiche da svolgersi in Francia dovranno essere inviate entro il 28 luglio 2024 all’indirizzo email nouveaugrandtour2425@gmail.com. A questo link il bando.
Rimarrà aperta fino al 22 settembre la prima esposizione in Slovacchia interamente dedicata a Giovanni Segantini, allestita dal 18 giugno scorso al Castello di Bratislava.
Organizzata dall’Istituto Italiano di Cultura di Bratislava in collaborazione con il Museo Storico – Museo Nazionale Slovacco, la Galleria Civica G. Segantini del Comune di Arco e il Museo di Belle Arti di Budapest, la mostra offre al pubblico slovacco un’occasione unica per ammirare le opere di uno degli artisti italiani più famosi del secondo Ottocento.
All’inaugurazione hanno partecipato l’ambasciatrice d’Italia in Slovacchia, Catherine Flumiani, l’assessore alla Cultura del Comune di Arco, Guido Trebo, e la responsabile della Galleria G. Segantini, Giancarla Tognoni. “Quest’iniziativa testimonia il nostro impegno congiunto per la promozione e la diffusione dell’arte e della cultura dei nostri territori”, ha dichiarato l’assessore Trebo.
Giovanni Segantini è uno dei maggiori esponenti del divisionismo ed è celebre anche per la profondità della sua visione artistica.
Alessandra Sanniti, direttrice dell’Istituto Italiano di Cultura di Bratislava, ha osservato che “la scelta di allontanarsi dalle tendenze accademiche predominanti della sua epoca per avvicinarsi alla vita quotidiana, alla natura e alla dimensione spirituale, ne fa un artista dalla sensibilità estremamente contemporanea”.
La mostra rappresenta uno degli eventi di punta del XVII Festival Italiano in Slovacchia “Dolce Vitaj” e rimarrà aperta fino al 22 settembre. “La sua realizzazione conferma l’impegno delle istituzioni italiane in Slovacchia a garantire un’offerta culturale di grande qualità ed a raggiungere un pubblico sempre più ampio”, ha sottolineato l’ambasciatrice Flumiani.
Il Festival “Dolce Vitaj” è organizzato ogni anno dall’Istituto Italiano di Cultura di Bratislava, in collaborazione con l’Ambasciata d’Italia in Slovacchia e la Camera di Commercio Italo-Slovacca, con il sostegno di importanti partner locali e il patrocinio del sindaco di Bratislava, Matuš Vallo.
In occasione della celebrazione dei 150 anni delle relazioni diplomatiche tra Messico e Italia, l’Ambasciata d’Italia e l’Istituto Italiano di Cultura in Messico, in collaborazione con l’Istituto Nazionale di Antropologia e Storia e il Museo Nazionale di Antropologia, hanno inaugurato, lo scorso 12 luglio, la mostra “Forme e colori dell’Italia preromana. Canosa di Puglia”, che rimarrà aperta al pubblico fino al prossimo 29 settembre al Museo di Antropologia.
I materiali selezionati per l’esposizione provengono in gran parte dai depositi dei Musei archeologici delle più importanti città della Puglia, Bari e Taranto, oltre che dalla stessa Canosa, dove è possibile ancora oggi visitare i siti archeologici in cui alcuni dei reperti esposti sono stati rinvenuti.
Inoltre la mostra si arricchisce di due opere di eccezionale valore: un diadema e uno scettro, entrambi in oro. I due preziosi oggetti provengono da una ricca tomba, rinvenuta casualmente a Canosa nel 1928 e databile tra la fine del III e gli inizi del II secolo a.C. destinata ai membri di una ricca famiglia canosina. Fra di loro Opaka Sabaleida, una donna, il cui nome è inciso su un contenitore in argento a forma di conchiglia, che faceva parte del corredo, insieme al diadema e allo scettro.
I simboli scelti per identificare Opaka rimandano al suo alto rango e non si può escludere che proprio scettro e diadema fossero esposti durante la cerimonia funebre per esibire i segni della regalità, sottolineando il ruolo straordinario della ricca principessa e della sua famiglia. (focus\aise)