IIC: cosa bolle in pentola

ROMA – focus/ aise - In vista della partecipazione dell’Italia come Paese ospite alla Fiera del libro di Francoforte, la Literaturhaus di Vienna presenta dal 9 all’11 ottobre un piccolo spaccato della letteratura italiana contemporanea, da una riflessione su Dante a un romanzo storico-femminista ambientato nell’Abruzzo del dopoguerra, fino alla Puglia dei giorni nostri.
Il programma dell’iniziativa, organizzata in collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura, è stato curato da Florian Baranyi.
L’evento è parte di una serie di incontri dell’Autunno letterario italiano, che vedrà la presenza a Vienna e in Austria di numerose autrici e autori italiani. Si parte mercoledì 9, alle ore 19:00, con Simona Baldelli che presenterà il suo libro “Il pozzo delle bambole” nella versione in tedesco, tradotta da Elisa Harnischmacher e intitolata “Die geheimnisvolle Freundin”. La serata sarà moderata da Karin Fleischanderl, con la traduzione consecutiva di Lorena Pircher e prevede anche la proiezione del film “Elsa Morante, La Storia” (Vom Skandal zum Klassiker).
Il romanzo di Simona Baldelli è ambientato in Abruzzo negli anni ’50: Nina vive, abbandonata dalla nascita, in un orfanotrofio gestito da suore molto severe. All’età di sette anni conosce Lucia, una coetanea che ha appena perso i genitori. Tra le due bambine nasce una stretta amicizia che continua per molti anni, fino a quando un drammatico malinteso scuote profondamente il loro rapporto. Quando Nina lascia l’orfanotrofio a 18 anni, si ritrova in un mondo sconosciuto, dove la sua vita sembra ricominciare da zero: conosce nuovi amici, partecipa con loro a manifestazioni e scioperi, e prende parte alle storiche proteste delle tabacchine di Lanciano del maggio ’68, durate quaranta giorni.
Giovedì 10 sarà la volta di Mario Desiati e del suo “Spatriati”. Parteciperà anche l’artista, cantante e compositrice residente a Berlino Alessandra Eramo con la performance La Santa Monica.
Mario Desiati, vincitore del Premio Strega 2022, presenta a Vienna il suo acclamato romanzo tradotto in lingua tedesca da Martin Hallmannsecker. “Spatriati” è il termine usato in Puglia per indicare i non conformi, i ribelli, i disadattati, coloro che vagano senza una meta, soli. In sostanza: quelli che non appartengono a nessuna categoria.
Venerdì 11, infine, toccherà a Fabio Stassi e al suo “Ich, ja ich werd’ Sorge tragen für dich”, ovvero “E d’ogni male mi guarisce un bel verso”, con la moderazione di Ulrich van Loyen.
“Curarsi con Dante” recita la fascetta editoriale del libro di Fabio Stassi, il cui titolo originale, E d’ogni male mi guarisce un bel verso, è una citazione del poeta Umberto Saba. Per il titolo dell’edizione tedesca, tradotta da Monika Lustig, Stassi ha scelto il ritornello di una canzone di Franco Battiato “Ed io avrò cura di te”. Stassi segue il poeta Dante nell’esilio, parola per parola, rima per rima e ripercorre quel suo magico vagare alla ricerca della natura dell’essere umano e di un’autoanalisi poetica.
Seguirà l’incontro con Giulio Camagni e “1525. Der Aufstand”, il suo nuovo libro ambientato nel Sacro Romano Impero del primo Cinquecento, quando schiere di contadini, artigiani, soldati e cavalieri emarginati si unirono per seguire le promesse dei predicatori riformatori. Quando i contadini si opposero alla tirannia, scatenarono una serie di eventi che portarono a una sanguinosa guerra civile, ponendo le basi di una vera e propria rivoluzione religiosa: la Riforma protestante.
Si svolgerà dal 4 al 13 ottobre la Settimana del Cinema europeo di Helsinki. Il programma comprende 19 film provenienti da diversi Paesi dell’Unione Europea.
A differenza degli altri anni, quest’anno la rassegna non ha un tema vincolante, ma ogni Paese è stato libero di scegliere un film che riflettesse lo stile di vita europeo nel modo in cui desiderava.
Durante questa edizione vengono proiettati presso la Sala Europa di Helsinki nuovi film come drammi premiati, documentari riguardanti un’ampia gamma di temi di attualità, film d’animazione e commedie. Tutti i film sono sottotitolati in inglese.
L’Italia, grazie all’Istituto Italiano di Cultura, parteciperà alla Settimana con il documentario “Spazio Made in Italy. Dalle origini al progetto San Marco” diretto da Marco Spagnoli, che verrà proiettato mercoledì 9 ottobre alle ore 19.
“Rocket” è una parola italiana: le prime “rocchette” furono lanciate durante il Carnevale di Venezia nel XIII secolo. Oltre alla grande tradizione scientifica di Galileo Galilei, Giordano Bruno, Enrico Fermi, Ettore Majorana e Giovanni Schiaparelli, dopo la Seconda Guerra Mondiale l’Italia ha svolto un ruolo chiave nell’esplorazione spaziale, infatti è stata il terzo Paese, dopo l’URSS e gli USA, a lanciare in orbita un proprio satellite chiamato “San Marco”, proseguendo i lanci alla meta’ degli anni ’80 da una piattaforma marittima.
L’Italia è il Paese europeo con il maggior numero di astronauti e il 54% dei moduli della Stazione Spaziale Internazionale realizzato in Italia. L’esplorazione dello spazio è una priorità per l’industria italiana e per la sua Agenzia Spaziale, che collabora attivamente all’esplorazione della Luna e di Marte.
La voce narrante di Vinicio Marchioni accompagnerà la visione del docufilm, prodotto da Luce Cinecittà con la collaborazione, fra gli altri, di Thales Alenia Space.
Sarà inaugurata il 2 ottobre, alle ore 18:00, nelle sale dell’Istituto Italiano di Cultura di New York la mostra “La Ginestra e il Vesuvio” di Allegra Hicks.
L’esposizione sarà poi aperta al pubblico dal 3 al 19 ottobre, dal lunedì al venerdì, dalle 10:00 alle 16:00.
Grazie agli arazzi ai ricami e alle sculture di Allegra Hicks i visitatori entreranno nella Campania e nell’Italia nel modo più intenso e immersivo, scoprendo quanto futuro si annida nel passato, quanta creatività in ciò che appare bruciato e sepolto. Il fuoco e la ginestra, alla fine di questo percorso, non sembreranno più due opposti, ma due emblemi della medesima energia.
L’istallazione si ispira all’idea del rapporto tra il Vesuvio e la ginestra. Il tema suggerisce la relazione tra morte e rinascita, tra ciò che è palese e i semi nascosti, tra territorio e insediamento, fato e resilienza, fuoco e esperienza sensoriale.
Allegra Hicks è un’artista e designer che vive e lavora tra Londra e Napoli. Conosciuta per il suo occhio attento alle forme, attribuisce la sua ispirazione al mondo che la circonda, costruendo le sue opere dai colori e dalle forme che si trovano in natura. Dopo aver iniziato la sua carriera nella pittura ad affresco, oggi Allegra Hicks continua a rispettare la fluidità dell’acquerello attraverso una vasta gamma di media, dagli arazzi ai tappeti, al bronzo fuso e alla lavorazione dei metalli. Negli ultimi decenni, il suo lavoro si è trasformato in pezzi di design unici che indagano il ponte diafano tra arte e design. (focus\aise)