IIC: una panoramica

ROMA – focus/ aise – Domani, alle ore 18.00, presso l’Istituto Italiano di Cultura di Madrid, sarà proiettato il cortometraggio “Il Mare di Gabriele”, opera intensa e visionaria che scava nel cuore inquieto di Gabriele d’Annunzio e nel nodo bruciante della sua relazione con Barbara Leoni.
La serata si inserisce nel più ampio programma “Radici e Rotte”, fortemente sostenuto dalla Presidenza del Consiglio Regionale d’Abruzzo, presieduta da Lorenzo Sospiri, e dall’Ambasciata d’Italia in Spagna, con il supporto ed il coordinamento dell’associazione Casa Abruzzo - La Casa degli Abruzzesi in Spagna, presieduta da Maurizio Di Ubaldo, e prosegue idealmente il percorso di promozione culturale avviato nel 2025 in occasione della presenza della Regione Abruzzo come ospite d’onore in Spagna per le celebrazioni della Festa della Repubblica Italiana presso l’Ambasciata d’Italia a Madrid lo scorso 2 giugno.
La proiezione madrilena non è soltanto un appuntamento cinematografico: è un tassello prezioso di un racconto più vasto, nel quale l’Abruzzo — terra di approdi antichi, di montagne intime e di coste che sembrano scritte dalla letteratura — si offre alla Spagna come luogo dell’anima e della memoria, e allo stesso tempo come territorio contemporaneo capace di parlare al mondo con linguaggi nuovi. Radici e Rotte nasce, infatti, per intrecciare identità e futuro, appartenenza e viaggio, riscoprendo le geografie emotive che uniscono comunità abruzzesi in patria e all’estero, e rinnovando quel dialogo naturale tra Italia e Spagna che la storia ha reso fertile e continuo.
In questo orizzonte si colloca “Il Mare di Gabriele”, cortometraggio del 2018 diretto da Francisco José Fernández, autore spagnolo di nascita ma abruzzese d’adozione, residente da oltre quarant’anni a Pescara: una biografia artistica che è già, in sé, un ponte vivente tra le due sponde del Mediterraneo. Il film sceglie di non limitarsi alla rievocazione storica, ma di entrare nel labirinto emotivo del Vate, seguendo il filo della sua passione tormentata per Barbara Leoni: relazione fatta di slanci assoluti e fratture improvvise, di ferite orgogliose e desiderio di infinito, di quella miscela irripetibile che trasforma la vita in letteratura e la letteratura in destino.
Lo scenario non è semplice fondale ma materia viva del racconto. La Costa dei Trabocchi e l’Eremo Dannunziano di San Vito Chietino diventano nel film uno spazio simbolico, quasi un personaggio ulteriore: il mare come respiro continuo, i trabocchi come architetture sospese tra terra e acqua, l’eremo come soglia vertiginosa dove l’amore e la morte si sfiorano. Qui d’Annunzio visse una delle stagioni più incandescenti della sua esistenza e trasse ispirazione per “Il Trionfo della Morte” (1894), romanzo che trasforma l’esperienza privata in tragedia universale. Nel cortometraggio, quelle stesse pietre, quegli ulivi, quella luce obliqua dell’Adriatico tornano a vibrare di parole sussurrate e di silenzi carichi, restituendo allo spettatore un Abruzzo ancora selvaggio e sensuale, capace di ospitare i grandi conflitti dell’umano.
La narrazione cinematografica alterna introspezione e respiro paesaggistico: riprese ampie della costa, un disegno sonoro evocativo, la scelta attenta di cromie e luci che seguono il ritmo delle stagioni. Tutto concorre a tradurre in immagine la tensione tipica di d’Annunzio: tra esaltazione e abisso, tra culto della bellezza e vertigine del limite. “Il Mare di Gabriele” diventa così un’opera che supera la dimensione biografica e si fa riflessione sul potere dell’arte, sull’urgenza dell’amore, sulla libertà che seduce e spaventa.
Il cortometraggio sarà proiettato in lingua italiana con sottotitoli in spagnolo, a conferma della vocazione dialogica dell’iniziativa e della volontà di rendere condivisibile, anche oltre la comunità italiana, un patrimonio di storia e sensibilità.
Alla serata parteciperanno lo stesso Francisco José Fernández e l’attrice protagonista Ilaria Camplone (interprete di Barbara Leoni e socio di CASA ABRUZZO), moderati da Arianna Di Tomasso, direttrice dell’Associazione culturale Settimo Senso, realtà che firma e accompagna il progetto.
Nel cast spicca Matteo De Angelis nel ruolo di d’Annunzio; alle voci fuori campo, due timbri d’eccezione del panorama italiano: Giancarlo Giannini e Teresa De Sio, che prestano alla vicenda un’eco ulteriore di memoria e teatro interiore. Sceneggiatura firmata dallo stesso Fernández con Stefano Pomilia: un lavoro che intreccia rigore storico e libertà poetica, restituendo la figura del poeta non come icona distante, ma come uomo intero, contraddittorio e vulnerabile.
Non è un caso che “Il Mare di Gabriele” abbia raccolto attenzione e riconoscimenti in Italia e all’estero, fino a vincere il Blazing Sun Independent Film Shorts Festival 2020 e a essere presentato in luoghi di altissimo valore simbolico come il Vittoriale degli Italiani. È un film che nasce da radici solide e, nello stesso tempo, da una rotta aperta: la rotta di chi attraversa i confini con le immagini, trova nell’altro paese una seconda patria, e restituisce con gratitudine ciò che ha ricevuto.
La proiezione del 25 novembre, dunque, si propone come esperienza culturale completa: visione, incontro, dialogo. Un momento in cui Madrid diventa teatro privilegiato di un abbraccio tra Abruzzo e Spagna, tra la parola dannunziana e il paesaggio che l’ha generata, tra la memoria di una regione e la sua proiezione internazionale. Nel quadro di Radici e Rotte, l’evento riafferma il senso profondo della diplomazia culturale: non semplice rappresentanza, ma costruzione di legami duraturi attraverso l’arte, la lingua, la bellezza dei territori e la forza delle storie condivise.
L’Abruzzo torna a parlare a Madrid con la lingua dell’immagine e con la musica segreta della sua costa: una regione che non si limita a mostrarsi, ma si racconta — e si lascia ascoltare — nel modo più potente che l’arte conosca, quello capace di trasformare un luogo in emozione e un’emozione in memoria condivisa.
“Cina e Italia: due civiltà in un secolare dialogo e scambio culturale” è il tema della conferenza che Francesco D’Arelli, direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di Shanghai, terrà alle ore 14:00 del 25 novembre presso la School of Foreign Studies della Wenzhou University, nella provincia di Zhejiang.
Dall’Anno della Cultura e del Turismo Italia-Cina 2022 al 55° Anniversario delle Relazioni Diplomatiche fra Italia e Cina (1970-2025), passando soprattutto per il VII Centenario della morte di Marco Polo (1324-2024), l’Istituto Italiano di Cultura di Shanghai ha realizzato nella Cina orientale mostre, programmi di conferenze accademiche e progetti editoriali di prestigio.
La conferenza celebra alcuni dei progetti contemporanei, muovendo dai rapporti culturali fra l’Italia e la Cina sin dal III secolo a.C. Storici e archeologi nel corso degli anni hanno rivelato e raccolto una serie considerevole di indizi che dimostrano come l’Impero Romano e la civiltà cinese già si conoscessero indirettamente e la ricchezza della figura e del ruolo di Marco Polo, attivo nel Cataio prima dell’arrivo di Matteo Ricci a Macao (1582), il quale, a sua volta, alimentò un’ulteriore ed entusiasmante fase di dialogo culturale fra le due più antiche civiltà della storia umana.
Francesco D’Arelli ha ottenuto il dottorato di ricerca in Studi Orientali presso l’Istituto Universitario Orientale di Napoli, ha studiato all’Istituto Sinologico di Leiden e all’Università Cattolica di Louvain. Ha insegnato all’Università Ca’ Foscari di Venezia e all’Università degli Studi Internazionali di Roma. Ha diretto la biblioteca e le attività editoriali dell’Istituto Italiano per l’Africa e l’Oriente (2002-2011) ed è attaché culturale del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI) dal 2012.
È stato curatore di varie mostre importanti, tra cui “A Oriente. Città, uomini e dei sulle Vie della Seta” al Museo Nazionale Romano, Terme di Diocleziano (2011-2012), “L’Arte di Francesco: capolavori d’arte italiana e terre d’Asia dal XIII al XV secolo” alle Gallerie dell’Accademia di Firenze (2015), “A World of Beauty. Masterpieces from the National Archaeological Museum of Naples” al Musem of Art Pudong (2022–2023), “Who is Leonardo Da Vinci?” allo Shanghai Museum (2023–2024), “Caravaggio. Wonders of the Italian Baroque” sempre al Musem of Art Pudong (2023–2024), “Real and Imaginary Lands, China and Marco Polo: A Tale of Books” alla Shanghai Library (2024–2025) e “Wonders of the World. China and Beyond in the Eyes of Marco Polo” allo Shanghai Museum (2024–2025).
Da marzo 2016 a giugno 2021, è stato direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di Montreal e da luglio 2021 ricopre il ruolo di direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di Shanghai. (focus\aise)