Italiani nel mondo e dove trovarli (2)

ROMA – focus/ aise – Dopo due anni di lavoro e ricerca insieme alle comunità di lucani di New York, Buenos Aires e Montevideo, e in collaborazione con i più importanti musei e istituzioni che si occupano di Migrazioni in Italia, Stati Uniti e in Sud America, la Mostra Internazionale BASILICATË arriva a Montevideo, dove sarà visitabile fino al 30 settembre.
Ad inaugurare questa celebrazione della Cultura Lucana nel Mondo èstata, il 28 agosto, il Centro Lucani nel Mondo presso il Museo de las Migraciones (MUMI).
Basilicatë, scritto così al plurale con la dieresi sull’ultima lettera, per esprimere le variazioni che si producono nella tradizione culturale ad opera dei migranti. Non solo una Basilicata, dunque, ma tante quante sono le forme con cui viene celebrata nel mondo. Il progetto, presentato questa mattina in una conferenza stampa, documenta l’integrazione della cultura lucana nei paesi che hanno accolto gli emigrati lucani oltreoceano, con un focus su Uruguay, Argentina e Stati Uniti. Il processo di ricerca prevede una serie di attività performative e di dialogo costruite su quattro temi che descrivono le caratteristiche della cultura lucana all’estero: il linguaggio, la cucina e la gestualità, gli spazi domestici e i riti religiosi nello spazio pubblico e si avvale della collaborazione delle comunità lucane di New York, Buenos Aires e Montevideo. Basilicatë è realizzato dalla Federazione dei circoli e delle associazioni dei lucani in Piemonte, promosso e finanziato dalla Regione Basilicata con il Fondo per lo Sviluppo e coesione, con il coordinamento scientifico del Centro dei Lucani nel Mondo Nino Calice e l’ausilio di realtà lucane d’eccellenza sul piano della ricerca, delle relazioni internazionali e della comunicazione.
Si è tenuta ieri, 1° settembre, a Mas di Sedico, in provincia di Belluno, una solenne cerimonia organizzato dalla Famiglia Ex Emigranti "Monte Pizzocco" per commemorare il 59° anniversario della catastrofe di Mattmark, una delle tragedie più devastanti nella storia dell'emigrazione italiana.
Il 30 agosto 1965, 88 lavoratori persero la vita sotto una valanga di ghiaccio, roccia e fango in Svizzera, durante i lavori di costruzione della diga di Mattmark. Tra le vittime, 56 erano italiani, di cui 17 provenienti dalla provincia di Belluno. Questo tragico evento ha lasciato una ferita profonda nella comunità locale, diventando un simbolo delle sofferenze e dei sacrifici degli emigranti italiani.
L'evento commemorativo si è svolto con il supporto dell'Associazione Bellunesi nel Mondo e con il patrocinio dei Comuni di Sedico, Sospirolo, San Gregorio nelle Alpi, Santa Giustina e Cesiomaggiore. La cerimonia si è tenuta presso il parco "Vittime di Mattmark", in via Buzzati a Mas di Sedico, davanti al monumento dedicato agli emigranti.
Il programma della giornata ha previsto alle ore 11.00 il ritrovo presso il parco, dove erano presenti i gonfaloni dei Comuni di Sedico e Sospirolo, insieme ai gagliardetti delle Famiglie Ex Emigranti e degli Alpini. Sonoseguiti gli interventi delle autorità locali e il ricordo delle vittime con la benedizione e la deposizione di una corona d'alloro al Monumento ai Caduti sul lavoro e in emigrazione. La commemorazione si è conclusa con un momento conviviale, offrendo un'occasione per la comunità di ritrovarsi e riflettere sul significato di questo tragico evento nella storia locale.
La cerimonia rappresenta un importante momento di memoria collettiva, sottolineando l'importanza di non dimenticare i sacrifici compiuti da chi, in cerca di una vita migliore, ha affrontato dure condizioni di lavoro e pericoli estremi lontano dalla propria terra natia.
Grande successo per la XIX edizione del John Fante Festival “Il dio di mio padre”, dal tema “Radici e ritorni”, diretto da Giovanna Di Lello e concluso ieri a Torricella Peligna, in Abruzzo.
Un pubblico vastissimo ha seguito il ricco programma del Festival che si è snodato lungo quattro giornate dal 22 al 25 agosto, con più di 50 ospiti italiani e internazionali, tra i quali i figli di John Fante, Victoria e Jim Fante, lo scrittore italoargentino Mempo Giardinelli, l’antropologo Vito Teti, lo scrittore finalista al Premio Strega 2024 Dario Voltolini, lo scrittore uruguaiano Felipe Polleri, la giornalista Maria Latella, il giornalista Peter Gomez, il giornalista e scrittore Lucio Luca, il giornalista Carlo Paris, l’attore Domenico Galasso, il cantautore Setak (Targa Tenco 2024 per il miglior album in dialetto), il critico musicale Paolo Talanca e la cantautrice Andrea Mirò, lo scrittore Alessio Romano, lo scrittore e giornalista Daniele Astolfi, la dialettologa Daniela D’Alimonte, il contastorie Marcello Sacerdote, la scrittrice Valentina Di Cesare, lo scrittore Antonio Di Loreto, la scrittrice e storica del cinema Matilde Tortora, le autrici Virginia Spinelli e Paola Migliacci, Giuseppe Sommario, direttore del Festival delle Spartenze.
Assegnato il Premio John Fante Opera Prima 2024 che va ad Aurora Tamigio con il romanzo “Il cognome delle donne” edito da Feltrinelli. La cerimonia di annuncio e di premiazione si è svolta sabato 24 agosto a Torricella Peligna, alla presenza del Sindaco di Torricella Peligna Carmine Ficca, dei figli di John Fante Victoria Fante Cohen e Jim Fante, che hanno consegnato il riconoscimento, e dei membri della Giuria tecnica Maria Ida Gaeta (presidente), Maria Rosaria La Morgia e Mario Cimini, che insieme agli altri giurati Masolino D’Amico, Claudia Durastanti e Nadia Terranova hanno selezionato i tre libri finalisti di quest’anno: oltre al libro vincitore, “Tangerinn” di Emanuela Anechoum (Edizioni e/o 2024) e “Uvaspina” di Monica Acito (Bompiani 2023). La serata è stata presentata dal giornalista Carlo Paris, con letture da opere di John Fante a cura dell’attore Domenico Galasso.
Annunciate anche le opere vincitrici del Premio Italia Radici nel Mondo-Toto Holding, concorso per racconti inediti rivolto agli italiani e alle italiane residenti all’estero e agli/alle italodiscendenti, che sono: Domenico Capilongo con “Semi” per la categoria “italodiscendente” e Elisa Kirsch con “Il Paese dove (s)fioriscono i limoni” per la categoria “nuova emigrazione”. Tema di questa prima edizione Le mie radici plurime. Sono intervenuti Vito Teti, Presidente della giuria del Premio Italia Radici nel Mondo - Toto Holding, Giuseppe Sommario (Piccolo Festival delle Spartenze, Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano), Giovanna Di Lello (John Fante Festival), Maxi Manzo (coordinatore Turismo delle Radici Regione Abruzzo per il MAECI), Daniele D’Amario, Sottosegretario alla Presidenza della Regione Abruzzo con delega al Turismo e alla Programmazione, Nicola Mattoscio, Presidente della Fondazione la Fondazione PescarAbruzzo, i figli di John Fante, Victoria e Jim Fante, Matteo Cacco e il sindaco di Torricella Peligna Carmine Ficca. Il Premio ha come partner Toto Holding, main sponsor del festival, e si svolge in collaborazione con la fondazione PescarAbruzzo e il Piccolo Festival delle Spartenze, nell’ambito delle iniziative del MAECI “2024 - Anno delle radici italiane nel mondo”.
Il John Fante Festival “Il dio di mio padre” – manifestazione che fin dalla prima edizione è organizzata dal Comune di Torricella Peligna per ricordare e omaggiare lo scrittore americano John Fante (1909-1983), il cui padre Nicola era un muratore originario proprio di questo piccolo paese abruzzese - tornerà nel 2025 per festeggiare i suoi 20 anni. (focus\aise)