Italiani nel mondo e dove trovarli (2)

ROMA – focus\ aise - Con la riunione Intercomites, che riunisce tutti gli organismi di rappresentanza degli italiani in Australia, e il saluto ai Consoli generali d'Italia a Melbourne e Sydney, si è conclusa l’ultima giornata della missione istituzionale della delegazione del Comune dell’Aquila e della Fondazione Carispaq, iniziata il 19 gennaio scorso.
I Comites di Perth, Canberra, Adelaide, Brisbane e Sydney, coordinati da Ubaldo Aglianò, che guida quello di Victoria e Tasmania a Melbourne, hanno chiesto di essere aggiornati dal sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, e dai delegati della Fondazione, il vicepresidente Pierluigi Panunzi e il segretario generale David Iagnemma, circa lo stato dell’arte del progetto di recupero e i tempi di restituzione della torre civica di palazzo Margherita.
Tutti, unanimemente, hanno condiviso l’impegno di diffondere le informazioni ricevute presso le comunità di riferimento e di essere presenti quanto prima all’Aquila, soprattutto in occasione dell’anno che la vedrà Capitale italiana della Cultura, previsto per il 2026. Ancora: tutti hanno espresso soddisfazione per l’esito dell’incontro e rispetto alla relazione sul progetto.
Nella mattinata, invece, Chiara Mauri, Console generale d'Italia a Melbourne, e Gianluca Rubagotti, Console generale d'Italia a Sydney, hanno salutato la delegazione aquilana presso la sede diplomatica della capitale dello Stato di Victoria, esprimendo vivo apprezzamento per l’iniziativa di “rendicontazione” e trasparenza operata sui fondi raccolti grazie alla generosità dei connazionali emigrati in Australia che, si ricorda, sono circa 3 milioni di euro.
In serata, Biondi, Panunzi e Iagnemma hanno visitato l’Abruzzo Club di Melbourne, presieduto da Frank Di Iorio, dove hanno avuto l’occasione di dare un ultimo saluto anche a Fernando Cardinale e Mario Centofanti, presidenti di Casa d’Abruzzo club e Maiella club e ai molti associati presenti. Il presidente Di Iorio è stato omaggiato con la maglia della squadra di pallavolo femminile Cus L’Aquila e il sigillo della città, mentre Aglianò, con la maglia dell’Aquila 1927.
“Torno arricchito di affetto, di esperienze e di storie. La torre civica porterà il nome delle comunità italo-australiane perché è un progetto interamente vostro. Ringrazio la Fondazione che ha sapientemente accompagnato, come è solita fare, il percorso di ricostruzione materiale e sociale della città dell’Aquila”, ha detto il sindaco Biondi ai presenti all’Abruzzo club.
"Il caso di Alberto Trentini, cooperante italiano arrestato in Venezuela, non è un episodio isolato. Con lui ci sono altri cinque connazionali ancora detenuti dal regime di Nicolás Maduro". A rivelarlo è stata Marinellys Tremamunno, giornalista italo-venezuelana e presidente dell’Associazione “Venezuela: la piccola Venezia”, che ha anche fatto quattro dei cinque nomi degli arrestati: Americo De Grazia, ex deputato calabrese, Biagio Pilieri, giornalista e dirigente politico siciliano, Daniel Echenagucia Vallenilla e Margarita Assenza.
"Ne abbiamo avuto conferma parlando con i loro familiari in Venezuela, perché è stato impossibile avere informazione certa attraverso le autorità italiane, ecco perché ci manca un nome", ha proseguito Tremamunno che, facendo i conti, ha precisato che ci sono ancora sei italiani arrestati in totale, poiché l’anno scorso il Ministro degli Affari Esteri, Antonio Tajani, aveva informato al Parlamento che inizialmente i detenuti italiani erano nove e tre sono stati liberati successivamente, ossia Vicente Scarano, Rita Capriti e Juan Manuel Allueva.
La giornalista si è appellata poi alla Costituzione italiana, evidenziando come “i cittadini con doppia cittadinanza sono italiani a tutti gli effetti, con pari dignità e diritti”, per cui "il fatto di avere anche la cittadinanza venezuelana non li rende meno italiani". Tremamunno ha quindi fatto appello al governo italiano, e in particolare al Ministro Tajani, affinché "si batta anche per la liberazione di Americo, Biagio, Daniel e Margarita. Non sono numeri, anche loro hanno nome e cognome".
Dal 28 luglio scorso, ha spiegato ancora la giornalista, il regime venezuelano ha avviato una brutale campagna di repressione, con oltre 2.400 arresti arbitrari. Secondo l’ong Foro Penal Venezolano, al 15 gennaio risultano ancora detenuti 1.687 prigionieri politici e tra di loro ci sono più di 150 persone con doppia cittadinanza. “Basta trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato, pubblicare un post sui social o inviare un messaggio critico per finire in prigione”, ha spiegato Tremamunno.
Le famiglie e l’Associazione “Venezuela: la piccola Venezia” hanno quindi sollecitato un intervento più incisivo da parte del governo italiano per ottenere la prova di vita di tutti gli italiani attraverso una visita consolare, la loro liberazione immediata e il rientro in sicurezza in Italia. Inoltre, hanno chiesto una presa di posizione chiara contro la discriminazione dei cittadini con doppia cittadinanza, affinché venga garantita loro la piena tutela da parte dello Stato italiano.
Un solo insegnante di sostegno per sei o più alunni con disabilità: è il dato allarmante denunciato da Giuseppe D’Aprile, segretario generale UIL Scuola Rua, durante un’assemblea all’Istituto Enrico Fermi, scuola italiana statale di Madrid. “Questo rapporto, soprattutto nella scuola primaria, dove arriva fino a 1 a 7, è insostenibile e interessa anche gli altri ordini di scuola”, ha dichiarato D’Aprile. “La UIL Scuola Rua chiede un potenziamento dell’organico di sostegno nelle scuole statali italiane all’estero per garantire un’assistenza adeguata agli alunni con disabilità”.
Secondo il sindacato, le prossime selezioni del Ministero degli Affari Esteri per le Scuole Europee non saranno sufficienti: “è fondamentale che nel contingente 2025/26 vengano coperti tutti i posti di sostegno richiesti”, la posizione del sindacato.
D’Aprile ha inoltre denunciato un enorme spreco di risorse: “su 22 milioni di euro stanziati negli ultimi 18 anni per i progetti di miglioramento dell’offerta formativa delle scuole all’estero, ben 14 milioni sono stati restituiti al Ministero perché non utilizzati”. Questo, secondo il segretario, è dovuto a un contratto integrativo che esclude quasi la metà del personale dai fondi destinati all’offerta formativa.
Angelo Luongo, responsabile del dipartimento scuole italiane all’estero della UIL Scuola Rua, ha espresso “preoccupazione” per i ritardi del Ministero degli Affari Esteri nell’avvio delle procedure per la proroga triennale del personale scolastico all’estero, prevista dal Dl 71. “Gli Uffici Scolastici Regionali non hanno ancora ricevuto le richieste di nulla osta necessarie”, ha dichiarato Luongo.
Anche per questo, la UIL Scuola Rua ha chiesto un “intervento urgente” al Direttore generale della Diplomazia Pubblica, Filippo La Rosa, per “completare l’iter burocratico e garantire certezze al personale interessato, in vista delle prossime scadenze legate alla domanda di mobilità”. Il sindacato ha infine ribadito “l’importanza di investire nell’inclusione scolastica e di garantire un supporto adeguato agli alunni con disabilità nelle scuole italiane all’estero”. (focus/aise)