Italiani nel mondo e dove trovarli (2)

ROMA – focus/ aise – Un parco tematico che ricostruisce fedelmente il primo insediamento di migranti veneti nell’800 nello Stato del Rio Grande do Sul, in Brasile.
È ciò che ha voluto creare l'imprenditore Edson Tomiello, discendente dei primi migranti veneti, convinto dell'importanza di “non perdere la cultura, la storia, il valore di un popolo”.
Villa dei Troni racconta infatti una storia di emigrazione e radici. Si trova ad Ana Rech (Caxias do Sul), è un simbolo delle storie di emigrazione veneta, un luogo dove passato e presente si intrecciano e che racconta di chi ha lasciato questa terra per cercare fortuna all’estero, portando con sé la cultura, le tradizioni e la determinazione dei veneti.
Telenuovo, testata veneta, ha pubblicato di recente un servizio dedicato a questo parco tematico con protagonisti proprio Edson Tomiello, imprenditore proprietario di Villa Dei Troni, Luciano Sandonà, Presidente della Prima Commissione del Consiglio regionale del Veneto, e Aldo Rozzi Marin, Presidente dell'Associazione Veneti nel Mondo.
A Pordenone hanno le loro radici e ora sono pronti a tornarvi: si sta per chiudere il conto alla rovescia per il ritorno dei discendenti pordenonesi protagonisti dell’emigrazione storica (quella sviluppatasi tra Ottocento e Novecento) che quelli moderni, gli expat partiti dagli anni Duemila in poi. Ad accoglierli sarà l’EFASCE (Ente Friulano Assistenza Sociale Culturale Emigranti) - Pordenonesi nel mondo che dal 7 al 17 luglio organizzerà per loro due momenti significativi, con il sostegno della Regione Friuli Venezia Giulia, della Fondazione Friuli e del Comune di Pordenone e in collaborazione con la Diocesi di Concordia Pordenone. Si tratta delle visite dei progetti “Soggiorno famiglie di discendenti FVG” e “Alla Scoperta delle proprie radici” e della prima Consulta dei Segretariati di EFASCE.
“Saranno delle giornate - dichiara il presidente di EFASCE Angioletto Tubaro - particolarmente emozionanti: ogni volta che i discendenti degli emigranti tornano qui in Friuli occidentale c’è un intenso raccontarsi a vicenda di storie famigliari, aneddoti e ricordi di un tempo. Percepiamo quanto il Friuli Venezia Giulia e l’Italia siano parte integrante e viva della loro identità. Quest’anno poi accoglieremo insieme a loro i rappresentanti dei Segretariati, che possiamo definire come i nostri preziosi ambasciatori all’estero. Insieme a loro capiremo e approfondiremo come rendere la nostra azione sempre più efficace ed in sintonia con il mondo della nostra emigrazione. Grazie fin d’ora ai partner istituzionali per il sostegno in questi giorni di incontri, a partire dal sindaco di Pordenone Alessandro Basso e dall’assessore Walter De Bortoli, all’assessore regionale all’immigrazione Pierpaolo Roberti e al presidente della Fondazione Friuli avvocato Bruno Malattia”.
Il primo momento, dedicato ai rappresentanti dell’emigrazione storica, è legato come detto ai progetti “Soggiorno famiglie di discendenti FVG” e “Alla Scoperta delle proprie radici” sostenuti dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia. I corregionali (tra nuclei famigliari e giovani) provenienti da Argentina, Brasile, Canada, Francia, Usa ed Uruguay partendo dalla città vivranno un’intera settimana alla scoperta del territorio regionale e dei suoi costumi e tradizioni, visitando anche i borghi da cui partirono i loro avi. Previsti due incontri istituzionali, l’8 luglio in Consiglio regionale a Trieste e il 9 in Municipio a Pordenone. Tappe successive - fino alla partenza del 18 luglio - a Sacile, Polcenigo, Gorizia, Villa Manin, Vajont-Barcis-Andreis, Spilimbergo, Maniago, San Vito, Valvasone, Aquileia e Grado.
Nel fine settimana centrale questi partecipanti incroceranno i rappresentanti del centinaio di Segretariati (articolazione dell’EFASCE all’Estero) che si danno appuntamento a Pordenone dall’11 al 13 luglio per il secondo momento in programma: la prima storica riunione della Consulta dei Segretariati di EFASCE, organismo nato con l’ultima revisione dello statuto dell’Ente. Qui ci saranno anche i rappresentanti dell’emigrazione più recente. Attesi delegati da Argentina, Australia, Brasile, Canada, Russia, Francia, Germania, Romania, Svizzera, Spagna, Emirati Arabi Uniti, Regno Unito, Usa, Uruguay, Sudafrica e Venezuela. Dopo l’accoglienza il venerdì, il sabato - con il titolo “La Consulta a confronto” - sarà dedicato ai lavori nella sala giunta del Municipio di Pordenone, con focus su passato, presente e futuro dell’emigrazione dal Friuli occidentale. Infine domenica la Santa Messa nella Chiesa del Beato Odorico e le conclusioni prima del commiato finale.
Una giornata intensa di emozioni e scoperte per una famiglia americana di origini italiane e brasiliane, approdata giovedì 26 giugno, al MiM Belluno – Museo interattivo delle Migrazioni, ospitato nella sede dell’Associazione Bellunesi nel Mondo. Carolina, Kip e la loro giovane figlia Mariana hanno intrapreso un vero e proprio viaggio alle origini familiari, tornando nei luoghi da cui tutto ha avuto inizio.
Dai monti dell’Agordino al Brasile, quindi agli Stati Uniti, fino al ritorno nel Bellunese, il percorso della famiglia ha riannodato i fili della storia familiare: a Carolina erano giunti racconti frammentari da parte delle zie, che parlavano di un’origine italiana. Le ricerche condotte tramite MyHeritage hanno poi rivelato che il bisnonno era emigrato da Vallada Agordina a Santa Catarina, in Brasile, con suo figlio.
Prima di arrivare in città, la famiglia ha esplorato il Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi, la Valle del Mis con i suggestivi Cadini del Brenton. Nell’Agordino hanno invece dedicato la loro attenzione alla ricerca di tracce familiari: lapidi, registri, nomi incisi, chiese. Un approccio profondo al “turismo delle radici”, che fonde la bellezza dei luoghi alla scoperta della propria identità nascosta.
“Il Museo interattivo delle Migrazioni si conferma uno snodo fondamentale per chi, come Carolina e la sua famiglia, cerca connessioni con le generazioni passate”, sottolinea l’Abm. “Un luogo simbolico, che racconta le storie di chi ha lasciato l’Italia in cerca di futuro, ma mantiene vivo il legame con la terra d’origine. Anche Belluno, con il suo patrimonio culturale e storico, si afferma come meta importante per il turismo delle radici, in grado di generare ponti tra passato e presente, tra memoria e identità”. (focus\aise)