Italiani nel mondo e dove trovarli (3)

ROMA – focus/aise - Orientare i giovani professionisti nel sistema politico ed economico italiano e coltivare la prossima generazione di leader nella comunità italoamericana. Con questi obiettivi la Niaf – National Italian American Foundation ha lanciato il programma NIAF - DiLella Fellows per finanziare business tour in Italia per giovani professionisti italoamericani e italofili di età compresa tra i 25 e i 40 anni.
La borsa include il viaggio di andata e ritorno dall’aeroporto JFK di New York all’Italia, la partecipazione al Forum di Cernobbio organizzato da European House Ambrosetti - Leaders of the Future, alloggio e visite a Como, Milano, Bologna, Firenze e Roma.
Per candidarsi occorre essere soci Niaf, avere un’età compresa tra 25 e 40 anni all’inizio del programma; essere cittadino statunitense o straniero residente permanente; avere conseguito una laurea presso un istituto accreditato di istruzione superiore; essere un professionista emergente che abbia dimostrato capacità di leadership e di collaborazione in settori quali (ma non limitati a), finanza, media, giornalismo, diritto, medicina, industria, politica o servizio civile; dimostrare un impegno a sostenere la missione della NIAF promuovendo le relazioni commerciali, culturali e politiche tra gli Stati Uniti e l’Italia e la conservazione e promozione della cultura, del patrimonio e delle tradizioni italiane.
Sarà data preferenza ai candidati con origini italiane.
Le domande vanno inviate entro la mezzanotte del 22 luglio allegando copia di un documento aggiornato e due lettere di raccomandazione da altrettanti supervisori all’indirizzo education@niaf.org. Non saranno accettate lettere inviate direttamente dal richiedente.
Il viaggio in Italia si terrà dal 5 settembre al 12 settembre 2024.
Qui il link per le candidature.
Anche gli alunni e le alunne dei corsi di Lingua e Cultura Italiana della Fondazione ECAP nella Svizzera Nord Occidentale hanno terminato le lezioni dell’anno scolastico 2023/2024 per godersi la meritata pausa estiva.
Un anno, sottolineano da Basilea, che si è “concluso positivamente”.
I corsi LICIT erogati dall’ECAP raggiungono ben 1182 svizzeri, italiani e italo-discendenti residenti nei cinque cantoni della circoscrizione Consolare di Basilea. Il programma consente loro l’acquisizione e il rafforzamento del plurilinguismo.
La lingua e la cultura d’origine sono insegnate, nei corsi di competenza dell’ECAP, in 84 corsi di livello primario e 28 di livello secondario, e insieme alla trasmissione del patrimonio linguistico e culturale italiano, consentono ai discenti l’accesso alle Certificazioni Linguistiche CELI, erogate dall‘ECAP in qualità di Centro d‘Esame convenzionato con l‘Università per Stranieri di Perugia.
I corsi sono inseriti nel progetto “Corsi di lingua e cultura italiana nella Svizzera Nordoccidentale” approvato e finanziato nella misura del 79% dal MAECI.
Ospitati in 48 scuole svizzere, i corsi LICIT-ECAP coinvolgono gli alunni anche in laboratori, progetti e attività extra-scolastiche che trasmettono valori di condivisione e inclusione fondamentali alla crescita.
Non solo grammatica, letteratura, storia e geografia, dunque, ma anche tanta condivisione e divertimento.
In occasione dell'apertura di un nuovo spazio espositivo nella città di Vittorio Veneto, Enrico Michieletto presenterà il suo ultimo progetto M262E, dedicato alla tragedia di Marcinelle (1956), luogo di origine dell'autore, che da circa 20 anni è impegnato a raccontare il dramma dei minatori.
Con M262E Michieletto analizza il momento del subbuglio all'interno della miniera in fiamme. In una superficie di 450 x 210 centimetri interamente nera, emergono 262 macchie bianche che nel loro insieme vogliono evocare gli attimi che hanno preceduto la fine di quelle vite. Le macchie, piuttosto informali, sfuggono all'ordine compositivo, sono casuali e travolte dal fondo nero.
Enrico Michieletto è impegnato sulla tematica della miniera di Marcinelle dal 2005, essendo nato nel 1962 a Charleroi da padre minatore.
Dal 1976 al 1980 ha frequentato il Liceo Artistico statale di Treviso e dopo essersi diplomato ha lavorato nello studio dell'architetto Renzo Darisi, suo caro insegnante. Nel 1983 è partito per Lima (Perù) e vi è rimasto per 10 mesi. In America latina ha potuto fare ottime esperienze e in quell'occasione ha visitato anche la Bolivia e l'Ecuador. Una volta rientrato in Italia, nell'aprile del 1984, ha lavorato, ma per un breve periodo, con il maestro Giuseppe Gatto (impresa di restauri). Nel mese di febbraio del 1985, curioso di conoscere altri luoghi, ha deciso di trasferirsi in Germania, prima nell'isola di Sylt, poi nella città di Amburgo. Qui vi è rimasto fino al 1992. Proprio in quel periodo, dopo aver acquistato una casa nei dintorni di Malaga (Andalusia), ha deciso di trasferirsi, potendo usufruire anche di un grande studio in un luogo molto suggestivo. In Andalusia ha partecipato a numerose mostre personali e collettive, in particolar modo a Granada e Malaga, sempre in quel periodo ha avuto modo di esporre i suoi progetti in città come Karlsruhe, Firenze, Bologna, Milano, ecc...
Nel 1998 è stato invitato a partecipare con altri 15 artisti spagnoli alla mostra "News". L'evento era organizzato a Malaga dal gallerista Pedro Pizarro, successivamente nominato presidente della Fondazione Pablo Picasso di Malaga.
Dal 1999 al 2004 è stato invitato a partecipare a "la mia casa è un'automobile", evento annuale organizzato da Roberto Vidali (direttore di Juliet art magazine Trieste), presso la P.AR.CO. foundation di Casier. Nelle varie occasioni i progetti che ha presentato sono stati: API-cultura; Radicchi ai ferri; 12 falsi Van Gogh originali; VENDESI; Giotto e Cimabue in fila per due.
Nell'anno 2000 ha esposto "l@pecorina smarrita" a Bologna, presso la Galleria Nosadella, evento curato e presentato dal critico Edoardo di Mauro (Torino).
Nel 2003, su invito del curatore Guglielmo di Mauro, ha partecipato al progetto "extra 50", evento in ambito della 50^ edizione della biennale di Venezia. Per l'occasione ha presentato una performance titolata "GONdollars".
Nel 2006, in seguito all'acquisto di un grande spazio a Berlino, ha spostato il suo domicilio nella capitale tedesca. In questa fase, fino al 2011, sono stati realizzati numerosi cicli pittorici, molti di questi composti da 262 moduli e dedicati alla tragedia di Marcinelle (1956).
Michieletto ha inoltre progettato gli studi/atelier/musei in scala con personaggi in legno (visitatori, curatori, artisti). "Una volta realizzate le grandi opere pittoriche, queste vengono fotografate per essere collocate negli spazi museali in scala, ristabilendo così un nuovo rapporto tra l'artista, l'opera e il suo fruitore". L'idea, che ancora oggi è in fase di evoluzione, ha dato vita a migliaia di scatti fotografici di piccole installazioni, studi, gallerie, spazi museali, ecc....mettendo in evidenza i temi più stravaganti, spesso di matrice ironica e concepiti per suscitare interpretazioni ambigue.
Tutto questo lavoro ha spinto Michieletto nel 2018 a creare un archivio con tutta la documentazione delle opere. Per ogni progetto è stato realizzato un catalogo monotipo. Nel 2011 l'autore è rientrato in Italia, prima a Firenze, poi a Treviso. In questa fase ha realizzato molti lavori sul tema del consumo di carne, inoltre ha cominciato a lavorare su un nuovo ciclo, nato da un sogno, dove l'artista sarebbe stato giapponese.
Nel 2013 ha realizzato "A-mare" ciclo di 99 cartoni dedicati alle tragedie del mediterraneo. Nel 2014 è ritornato a Berlino e qui ha realizzato vari cicli pittorici come: Lagune di Venezia; Vermisst; L'arte dell'immaginazione…
Nel 2016 ha spostato la sua residenza nel Brandeburgo, esattamente a Lindow, cittadina a 80 km da Berlino e circondata da numerosi laghi e distese di campagne e boschi. In questo luogo dell'ex DDR ha lavorato moltissimo e grazie alla tranquillità, ha potuto sviluppare molti nuovi progetti, sia pittorici, sia legati alle piccole installazioni in scala. In questa fase è stato realizzato il Fuckushima art museum (in scala) e al suo interno sono stati esposti 10 progetti. Michieletto ha inoltre dipinto 84 piccoli cartoni raccontando il paesaggio di quei luoghi. I lavori sono stati realizzati all'esterno, per evocare i pittori del passato.
Alla fine del 2022 ha deciso di rientrare in Italia, dopo aver acquistato una casa a Vittorio Veneto, dove attualmente risiede e lavora, ha ricreato il luogo ideale per continuare la sua ricerca. Al piano terra dell'edificio si trova lo spazio espositivo, dove periodicamente vengono esposti i vari progetti dell'artista e di altri autori. Nelle quattro sale ai piani superiori è visibile parte del ciclo dedicato alle giapponesi, in una stanza è invece esposto il progetto dei "falsi".
A pochi chilometri si trova l'archivio, dove sono conservate tutte le opere realizzate fino ad oggi. (focus\ aise)