Italiani nel mondo e dove trovarli

ROMA – focus\ aise - Con la presenza di amministratori, direttori didattici e rappresentanti della comunità degli italiani si è svolto a Verteneglio, cittadina in Croazia, un Forum organizzato dall’Associazione Clape nel Mondo, in collaborazione con l’ADL, sul tema “Cultura e legami con i corregionali dell’Istria”. Obiettivo dell’incontro rafforzare le relazioni fra Friuli Venezia Giulia e le istituzioni e le realtà della regione istriana.
L’incontro ha consentito anche di pianificare una serie di iniziative che saranno realizzate a inizio del prossimo anno.
A fare gli onori di casa, il sindaco di Verteneglio, Neš Sinožić, che ha presentato l’azione dell’amministrazione comunale. Il presidente di Clape nel Mondo ha parlato su “Storia, Cultura ed Editoria” presentando l’attività editoriale dell’associazione e uno studio sulla presenza friulana e carnica in Istria: “Diverse centinaia di famiglie, ma anche di toponimi istriani, hanno origini carniche o del Friuli dovuti all’emigrazione sviluppatasi dal XIII secolo fino agli anni Venti del XX secolo. Anche l’ex sindaco di Pola per due mandati e deputato alla Dieta, Luciano Del Bianco e i suoi antenati hanno origine dai Cervignano del Friuli così come una parte delle famiglie di Caroiba. Questa presenza ha portato con sé anche molte tradizioni culinarie, canti e danze popolari e lavorazioni artigianali come quelle della canapa e del lino”.
A sua volta il delegato dell’ADL, Umberto Ademollo, ha illustrato i progetti dell’Agenzia per rinsaldare i legami fra le due regioni vicine in particolare negli scambi giovanili. Nell’occasione sono stati distribuiti in omaggio i libri di Paolo Mieli per gli studenti delle scuole italiane del comprensorio. Per quanto riguarda le prossime iniziative è stata pianificata la rappresentazione in febbraio da parte degli artisti del Teatro dell’Incerto di Udine della rappresentazione “Storia di Vera” di Claudio Moretti, in occasione della giornata della memoria a Verteneglio al mattino per le scuole e a Umano alla sera per la comunità degli italiani.
Il 4 dicembre scorso, nella straordinaria cornice della House of Lords, si è tenuta una serata per celebrare i Bond Street Awards e i 10 anni di attività di LondonONE Radio, la prima radio italiana nazionale nel Regno Unito.
L’evento, definito "magico" dal fondatore e CEO Philip Baglini, ha riunito la comunità italiana e le istituzioni in un omaggio a un progetto che rappresenta il ponte tra le culture italiana e britannica. Come dichiarato dallo stesso Baglini: "Hanno onorato me e LondonONE Radio, la radio della comunità italiana nel Regno Unito".
Alla cerimonia hanno preso parte illustri rappresentanti delle istituzioni italiane, tra cui l’Ambasciatore italiano a Londra, Inigo Lambertini, il Console Generale Domenico Bellantone, il Direttore dell’Istituto Italiano di Cultura, Francesco Bongarrà, e il Direttore di ITA (Italian Trade Agency), Dr. Giovanni Sacchi. "Grazie per questo sogno che mi avete regalato" continua Phil "e a tutti gli sponsor che hanno reso possibile la serata".
Durante la serata, Philip Baglini è stato insignito dell’importante Bond Street Award per il suo contributo al giornalismo e al new broadcasting in Regno Unito e in Europa. Visibilmente emozionato, Baglini ha ringraziato: "Questo premio è un riconoscimento per tutto il team di LondonONE Radio. Mi onora profondamente e ci responsabilizza ulteriormente. Sono grato alla comunità italiana e anche a quella britannica. La festa per i 10 anni di LondonONE Radio è stato il nostro modo di restituire qualcosa a una comunità che mi conosce da 30 anni, che mi ha visto sbagliare, cadere, rialzarmi. È stato un viaggio incredibile che abbiamo fatto tutti insieme, e ne sono profondamente commosso."
Mai prima d’ora una radio italiana aveva varcato le porte del Parlamento britannico, celebrando il proprio anniversario nella House of Lords. L'evento ha sottolineato il valore dell’immigrazione italiana in UK, che risale alla seconda metà dell’Ottocento, e ha dimostrato quanto le due culture siano oggi profondamente intrecciate.
Il team di LondonONE Radio, sempre impegnato a fornire notizie e a promuovere la musica e la cultura italiana, ha regalato ai presenti una serata indimenticabile. A completare l’atmosfera c’erano i sapori autentici della cucina toscana, gentilmente offerti da Butteo, che ha portato a Londra i profumi e i sapori della terra d’origine di Philip Baglini.
La serata è stata arricchita da musica dal vivo che ha accompagnato i celebri rintocchi del Big Ben, udibili in tutta Londra, in un suggestivo connubio di storia e modernità.
Philip Baglini ha infine voluto ringraziare personalmente tutti i presenti: "La magia della serata non è stata solo nel luogo, ma nelle persone. Tutti voi avete reso possibile qualcosa di mai visto a Londra, un momento unico che non dimenticheremo."
Negli ultimi anni il fenomeno dello spopolamento sta ridefinendo l’identità e il futuro dell’Abruzzo, una regione che da sempre vive un rapporto complesso con le migrazioni.
Se in passato l’emigrazione di massa portava migliaia di abruzzesi oltreoceano alla ricerca di migliori condizioni di vita, oggi la mobilità si concentra principalmente verso le regioni del nord Italia e l’Europa, coinvolgendo in particolare i giovani, attirati da maggiori opportunità economiche.
A partire dalla fine del XIX secolo, l’emigrazione fu una necessità per moltissimi abruzzesi. La povertà rurale e le limitate prospettive lavorative spinsero intere famiglie a lasciare le montagne e le vallate per dirigersi verso Stati Uniti, Canada, Argentina e Australia. Tuttavia, nonostante la lontananza, gli emigranti mantennero un forte legame con la loro terra d’origine, espresso attraverso il sostegno economico inviato ai familiari rimasti e la conservazione delle tradizioni locali.
Oggi i discendenti di questi emigranti tornano sempre più spesso in Abruzzo per riscoprire le loro radici culturali e familiari, sostenuti da iniziative come l’Anno del Turismo delle Radici, attraverso il progetto ITALEA. Promosso dal governo italiano, mira a incoraggiare i discendenti degli emigrati a visitare i luoghi dei loro antenati, trasformando il passato migratorio in un’opportunità per il futuro.
Se il turismo delle radici rappresenta una possibilità di riscoperta e valorizzazione del territorio, la realtà delle aree interne abruzzesi rimane critica. La popolazione è in costante calo: dal 2019 al 2023, l’Abruzzo ha perso circa 30.000 abitanti, scendendo a meno di 1,3 milioni di residenti. Il fenomeno è particolarmente evidente nelle aree montane, dove i piccoli comuni affrontano una doppia sfida: invecchiamento della popolazione e riduzione delle nascite.
Nel 2021, l’Abruzzo aveva già superato il rapporto di 2 anziani per ogni giovane, un dato che il resto d’Italia ha raggiunto solo nel 2024. Nei comuni montani, 19 su 20 mostrano indici di vecchiaia tra i più alti della regione. Questo squilibrio demografico rende difficile mantenere servizi essenziali e opportunità lavorative, costringendo molte giovani famiglie ad abbandonare questi territori.
Per contrastare il declino demografico, la Regione Abruzzo ha da alcuni anni introdotto la LR 32/2021, che prevede incentivi economici per le famiglie che trasferiscono la residenza nei comuni di montagna, con l'obiettivo di stimolare la natalità e favorire la creazione di un tessuto economico più dinamico nelle aree marginali.
Tuttavia, l’efficacia di queste misure è ancora da valutare. Sebbene rappresentino un segnale importante, la loro capacità di invertire la tendenza allo spopolamento dipende dalla creazione di un contesto socioeconomico attrattivo, che garantisca infrastrutture, accesso ai servizi e opportunità di lavoro stabili.
L’Anno del Turismo delle Radici offre all’Abruzzo un’occasione unica per promuoversi come destinazione turistica, culturale e sostenibile. Il richiamo alle proprie origini non è solo un viaggio nella memoria, ma anche un’opportunità per immaginare nuovi scenari. La riscoperta delle radici può infatti diventare un volano per la rinascita economica e sociale del territorio, attirando visitatori e, potenzialmente, nuovi residenti.
Il futuro dell’Abruzzo dipenderà dalla capacità di coniugare tradizione e innovazione, valorizzando il proprio patrimonio culturale e naturale mentre si affrontano le sfide del presente. La storia migratoria della regione, da terra di partenza a luogo di ritorno simbolico, è un invito a riflettere sul valore della memoria e sull’importanza di rendere vivi e vitali i territori, non solo come custodi del passato, ma come spazi dove costruire il futuro. (focus/ aise)