Italiani nel mondo e dove trovarli

ROMA – focus/ aise – "La sua storia, le sue tradizioni familiari e il suo sforzo di valorizzare la cultura italiana e di emancipare i giovani e le comunità locali, sono uno straordinario esempio di dedizione e di servizio".
Era il 2008 quando l’allora vice presidente della Regione Abruzzo, Enrico Paolini, inviava un suo messaggio per complimentarsi con quanto fatto negli anni e incoraggiarlo per il futuro.
Paolo De Francesco, nato ad Atessa (Abruzzo), ha mantenuto fede a quell’invito e nel corso degli anni ha continuato nella sua missione: far conoscere l’Italia, la sua lingua e la sua cultura, alla comunità di Monterrey, città capitale (con i suoi oltre un milione e centomila abitanti) dello Stato del Nuovo Lèon, e soprattutto perno industriale di un Messico in grande ascesa economica.
"Arrivai in Messico - racconta il presidente della Dante Alighieri di Monterrey - all'età di 25 anni, dove ho lavorato in varie imprese messicane nel settore import-export per le imprese italiane. Ci tengo a precisare che sono un autodidatta nato. A me è sempre piaciuto imparare cose nuove e ascoltare le avventure di grandi personaggi. Ho curato il mio amore per la terra, specialmente quando ho avuto tra le mie mani un libro interessante intitolato ‘Atessa 1943’ dello scrittore Giovanni Finzi Contini".
Quell’avventura, iniziata nel 1985, dopo 40 anni si è trasformata in un vero e proprio successo, ottenuto con tenacia e professionalità e riconosciuta da tutta la comunità locale. E nel 2025 coincide anche con i 30 anni di impegno con una realtà aziendale di primissima qualità: la SACMI, figlia di quella straordinaria fucina imprenditoriale emiliana-romagnola. La Società Anonima Cooperativa Meccanici Imolesi, nata il 2 dicembre 1919 (appena terminata la Prima Guerra Mondiale) grazie a nove operai metalmeccanici imolesi rimasti disoccupati a seguito della chiusura di una piccola officina meccanica che produceva materiale bellico, oggi è un’azienda leader a livello internazionale nella produzione di macchine e impianti l’industria ceramica e nei settori ceramica, plastica, Food & Beverage, metalli, packaging e materiali avanzati, nota in tutto il mondo per la capacità di innovazione tecnologica e per la sua affidabilità. Dopo oltre 100 anni di attività oggi SACMI conta 70 società di produzione, distribuzione e servizio in 26 Paesi, con il logo e il marchio SACMI riconosciuto e tutelato in più di 100 Paesi. A Monterrey SACMI arrivò nel 1990 e 5 anni dopo nacque il programma di lingua e cultura italiana per i dipendenti della ditta messicana, programma nel quale fin dall’inizio ha creduto fortemente Paolo De Francesco.
"Ho sempre notato l'interesse da parte della azienda nel promuovere la cultura italiana. Trenta anni di insegnamento alla Sacmi per me sono stati un'esperienza indimenticabile. Posso affermare senza ombra di dubbio che ho avuto il privilegio di formare i ragazzi e prepararli per affrontare l'esame di certificazione della Lingua Italiana PLIDA (Progetto Lingua Italiana Dante Alighieri),certificazione rilasciata dalla Società Dante Alighieri di Roma, riconosciuta dall'Università "La Sapienza" di Roma, dal Ministero degli Affari Esteri e dal Ministero della Ricerca e dell'Università".
Durante il "Fórum Internacional de Cultura" nella città di Monterrey tenutosi nel 2007, l’infaticabile frentano promosse una serie di conferenze sul tema "Come realizzare affari con l'Italia", alle quali parteciparono direttori di aziende italiane. L’iniziativa ebbe come volano un vivo interesse da parte degli studenti, i quali da allora incrementarono lo studio della lingua italiana e la conoscenza del tessuto industriale italiano, produttore di tecnologia che in molti casi si rivelava superiore a quella americana, tedesca e giapponese. Nello stesso anno partì pertanto il progetto coordinato con l'università del Tecnologico di Monterrey, per l’erogazione di borse di studio per la Formazione Professionale fra Università e Impresa. I primi due studenti (uno di ingegneria meccatronica e l'altro di ingegneria chimica) fruitori di queste borse di studio poterono fare esperienza proprio nella Sacmi a Imola.
"Sono orgoglioso di aver aperto una strada nelle relazioni tra università e imprese, con il primo progetto di formazione professionale direttamente in lingua italiana e in collaborazione con una ditta italiana. Questo progetto inoltre ha fatto da apripista nella storia degli scambi professionali fra l'università privata più grande del Messico e l'industria ceramica italiana. Gli studenti infatti , per poter accedere alla borsa di studio per andare in Italia, hanno dovuto frequentare il "corso di cultura aziendale" ideato, organizzato e promosso da parte mia nel Tecnologico di Monterrey. Durante questo corso, gli alunni hanno avuto modo di conoscere a fondo la realtà delle aziende italiane in Messico e gli accordi commerciali fra le ditte italiane e messicane. Si tratta pertanto di un'esperienza unica per gli studenti poiché offre la possibilità di arricchire il proprio bagaglio culturale, imparando con lo stage tante cose sul metodo di lavoro, sulle relazioni sociali, sulla risoluzione dei problemi e sulle capacità decisionali decisioni. Tutto ciò si trasforma in abilità ben apprezzate dalle imprese con visione globale e aggiunge valore e competitività dentro la formazione accademica".
Vero e proprio baluardo della nostra italianità un una metropoli che non vantava certo una massiccia emigrazione tricolore ma che nel corso degli anni ha assunto una sua specifica connotazione nell’alveo delle comunità italiane all’estero, Paolo De Francesco nella sua esperienza trentennale Paolo De Francesco ha affrontato sfide continue, dalle crisi economiche a quelle sociali, dal mondo della comunicazione via fax a quello via zoom, dagli uragani alle siccità, dall'influenza alla pandemia, mettendo sempre al centro il lavoro, la passione e la perseveranza e legandosi in simbiosi all’attività parallela nella Dante Alighieri. Presidente della sede di Monterrey dal2007, il tenace abruzzese guida ancora oggi la scuola italiana più importante del Nord del Messico promuovendo con orgoglio e responsabilità la lingua e la cultura italiana in terra azteca.
"Nella mia vita mancava qualcosa. Ero contento del mio lavoro, ma avevo in mente di fare qualcosa per l’Italia. Terminato il lavoro ho iniziato a frequentare i corsi per l’insegnamento della lingua italiana e, nel 1991, ho ricevuto un incarico di responsabile culturale dal Consolato d’Italia a Monterrey. Da allora iniziò un viaggio meraviglios , un lungo percorso di anni e di esperienze, durante il quale ho appreso molto dagli studenti e da un paese come il Messico cui sono sinceramente grato".
Tra le attività realizzate Dante Alighieri grazie all’instancabile attività di De Francesco, vanno ricordate il Carnevale di Venezia, la Fondazione dell'AIPI (Asociación Internacional de Profesores de Italiano de Monterrey), la collaborazione con il Museo Metropolitano di Monterrey, La Settimana della Lingua Italiana nel Mondo, la Settimana della Cucina Italiana nel Mondo, l'esposizione pittorica delle maschere di Venezia, la conferenza "Abruzzo: terra di straordinaria bellezza" alla Fiera del Libro di Monterrey e tanti altri eventi.
"Ogni mese – spiega Paolo – leggo almeno due o tre articoli italiani ai miei alunni dell’Università tecnologica, soffermandomi ovviamente sugli aspetti e le tradizioni abruzzesi. Da molti anni porto avanti una ricerca sugli italiani e sui loro discendenti che sono arrivati all’inizio del 1900, e poi hanno trovato lavoro in varie regioni del Messico. tra i miei progetti futuri vi è quello di costituire un’associazione per tutelare i loro diritti e per mantenere e rafforzare l’identità culturale d’origine".
Sposato con Myriam Claudette Martinez, il presidente della Dante Alighieri vuole continuare a costruire quel ponte che ha già espresso molti successi professionali italiani in Messico ma non ha mai dimenticato la propria regione, l’Abruzzo, caratterizzata da ben tre parchi naturalistici nazionali, un parco regionale e numerose aree verdi tutelate.
"Quando arrivai in Messico, l’emigrante non era ben visto. Ho superato tutto questo grazie ai valori umani insegnatimi dai miei genitori. Ed è proprio questo che mi manca: il dolce profumo dei frutti della campagna, il panorama delle colline piene di vigneti, la vista della Maiella e dell’azzurro Adriatico. Gli splendidi sapori della cucina abruzzese. Ecco perché continuo a promuovere in Messico le tradizioni del mio Abruzzo".
"La NIAF (National Italian American Foundation) è la più importante organizzazione in rappresentanza della comunità italoamericana, e quest’anno compie 50 anni. Il 2025 è anche un anno di cambio del suo Chairman of the Board, e dallo scorso aprile questo fondamentale ruolo è ricoperto da John Calvelli. John è uno straordinario leader dalle tante qualità, la perdona perfetta per guidare il board della NIAF in questo anniversario, e in questo periodo che vede una rivoluzione dei rapporti tra Italia e Stati Uniti. Navigare questi tempi è complicato, tutti noi abbiamo bisogno di leadership, competenza, intelligenza e passione. Bravi gli amici della NIAF a scegliere un leader che rappresenta queste qualità". Questa la premessa con cui è iniziata l'intervista che Umberto Mucci, fondatore e direttore del portale We the Italians, ha realizzato con il nuoco leader della NIAF.
"D. Buongiorno John, bentornato su We the Italians e congratulazioni per il tuo meritatissimo incarico. Vorrei iniziare chiedendoti delle origini della tua famiglia: da quale parte d'Italia provengono le tue radici?
R. I miei genitori provengono entrambi dalla Calabria, da un piccolo paese chiamato Vico di Aprigliano, proprio ai piedi della montagna della Sila. Sono emigrati negli Stati Uniti in tempi diversi: venivano chiamati “birds of passage”. Da parte di mio padre, il mio bisnonno e il mio trisnonno vennero in America e poi tornarono, poi mio bisnonno tornò negli Stati Uniti e morì, quindi mio nonno in Italia era solo. L'idea dell'America fu per lui molto traumatica.
Da parte di mia madre, la situazione era molto simile. Il mio bisnonno venne qui, mio nonno venne qui, ma anche lui, avanti e indietro, avanti e indietro
D. Il 2025 è un anno importante: la NIAF, di cui sei appena stato nominato Chairman del Board, festeggia il suo 50° anniversario. Attraverso te, estendiamo le nostre congratulazioni a tutti coloro che fanno parte, o hanno fatto parte, di questa straordinaria organizzazione. Potresti condividere con i nostri lettori la storia di questi primi 50 anni?
R. Dobbiamo sempre mettere tutto questo in contesto e tornare al 1975 e comprendere appieno l'esperienza italoamericana di quel tempo; dove eravamo come comunità, cosa serviva e cosa era richiesto.
Penso che ciò che la NIAF ha fatto è stato colmare un bisogno che è ancora molto attuale 50 anni dopo, ossia avere una voce per la comunità italoamericana a Washington, fungere da segreteria per la delegazione parlamentare italoamericana, essere questo ponte tra gli Stati Uniti e l'Italia dove rispettavamo, promuovevamo e preservavamo il passato, ma guardavamo davvero al presente e al futuro in modo da costruire legami più forti tra le nostre due nazioni.
Quella visione del 1975 è la stessa visione del 2025, e attraverso diversi momenti nel tempo, possiamo guardare a cose che abbiamo realizzato. Ad esempio, siamo stati molto attivi lavorando con il Congresso degli Stati Uniti fornendo raccomandazioni politiche e briefing, mettendo insieme italiani e italoamericani con leader in vari settori".
L'intervista completa è disponibile a questo link sia in italiano che in inglese. (focus\aise)