Italiani nel mondo e dove trovarli

ROMA – focus/ aise – Si intitola “Cleofe Forti. Una maestra per contadini ed emigrati” il volume di Anna Pia Bidolli sulla singolare vita della maestra che ha attraversato periodi storici difficili, dai primi decenni del Novecento al secondo dopoguerra.
Edito da LuoghInteriori, il volume restituisce la determinazione e l’entusiasmo che portarono Forti ad insegnare nell’Agro romano dal 1912 al 1923. Convinta che l’istruzione sia la base per ogni miglioramento personale e collettivo, vola oltreoceano e organizza scuole a New Orleans, poi a Vancouver - lasciata precipitosamente allo scoppio della guerra - quindi a Boston.
Le capacità professionali, l’abilità di muoversi in contesti stranieri la portano nel marzo 1941 a Mendoza, in Argentina, per gestire le criticità della scuola italiana. Torna in Italia nel 1947, orgogliosa di aver salvato quell’istituto e di aver bene rappresentato l’Italia all’estero.
Nuovo incontro tematico con l’associazione Italianitech di Stoccolma. “It’s the end of software development as we know it (and I feel fine)” è il tema dell’evento che si terrà il 22 ottobre presso la Caffetteria del Corso di Stoccolma.
Ospite dell’evento, che avrà inizio alle ore 18.00, sarà Giovanni Trematerra, staff engineer di Spotify, che accompagnerà i presenti nell’esplorazione del passaggio dalla digitazione al pensiero, dall’esecuzione alla sperimentazione, dalla costruzione alla direzione.
Niente liste noiose: solo uno sguardo onesto su come stia cambiando lo sviluppo software con l’Intelligenza Artificiale e quanto questo possa essere entusiasmante.
Un momento informale, che gode del supporto del Comites Svezia, per condividere idee ed esperienze.
È morto nei giorni scorsi in Brasile Venceslao Soligo, giornalista e scrittore, fondatore dell’Associazione Stampa Italiana in Brasile (Asib). A darne notizia è Giuseppe Arnò, attuale presidente dell’Asib, che ricorda Soligo come “uomo retto, buono, colto e profondamente umano”.
“Padre esemplare e professionista di vecchio stampo, Venceslao Soligo rappresenta una figura di riferimento per la nostra comunità giornalistica”, continua Arnò. “Emigrato dall’Italia nel secondo dopoguerra, portò con sé la passione per la verità e il rispetto per la parola scritta. Stabilitosi prima a Rio de Janeiro e poi a San Paolo, si distinse per la serietà e la competenza con cui svolse i suoi incarichi in campo giornalistico e culturale. Negli anni ’90 fu tra i fondatori dell’ASIB – Associazione Stampa Italiana in Brasile, nata da un ristretto gruppo di amici e colleghi animati dallo stesso ideale: portare la professione giornalistica italiana all’estero ai più alti livelli morali e professionali. Sotto la sua guida, l’associazione promosse congressi internazionali e conferenze volte a valorizzare il ruolo della stampa italiana nel mondo e il contributo che essa offre ai connazionali residenti all’estero”.
“Con il trascorrere degli anni, Soligo affidò la presidenza ad altri colleghi, secondo le norme statutarie, trasmettendo loro non solo un titolo, ma un patrimonio di integrità, entusiasmo e dedizione. Rimase Presidente emerito dell’ASIB fino al giorno della sua scomparsa”, precisa Arnò, sottolineando che “la sua eredità morale resta incancellabile. Venceslao Soligo ci lascia un insegnamento prezioso: che il giornalismo, quando fondato sull’onestà e sulla passione, non è un mestiere, ma una missione. Sarà sempre per noi un faro che illumina il cammino della verità e della dignità professionale”. (focus\aise)