La voce degli eletti all’estero (2)

ROMA – focus/ aise – “Vice console onorario in Ibiza fino al 2017 Lanfranco Fabbro ha pubblicato sulla sua pagina facebook “apprezzamenti non solo negativi ma spesso al limite dell'offesa nei confronti del Governo e dei suoi membri”. Fabbro è il marito dell’attuale vice console onoraria, Monica Lacalamita. Per questo, il senatore di Fratelli d’Italia Roberto Menia ha presentato una interrogazione al Ministro degli Esteri Tajani per “valutare l'opportunità di avvicendare l'attuale vice console onorario con altra persona” sulla base della considerazione che “il diritto di critica è riconosciuto a tutti ma è certo equivoca la conduzione familiare del vice consolato, la confusione di ruoli e la palese mancanza del dovuto profilo istituzionale che lo stesso dovrebbe mantenere”.
Nella premessa, Menia ricorda che “la nomina a console onorario si basa su un accordo formale tra il Governo del Paese rappresentato ed il Governo del Paese ospitante, come indicato nella Convenzione di Vienna sulle relazioni consolari”.
Il vice consolato onorario di Ibiza e Formentera, continua il senatore, “gestisce numerose situazioni di emergenza in cui vengono a trovarsi i cittadini italiani che vi risiedono o che sono in vacanza ed i servizi consolari per una comunità che, pur non essendo di dimensioni ragguardevoli, trova nel consolato onorario un punto di riferimento essenziale data la peculiare natura insulare della circoscrizione”.
Dal 22 agosto 2017 “la signora Monica Lacalamita è stata nominata vice console onorario in Ibiza, in sostituzione del signor Lanfranco Fabbro, che ha cessato dalle sue funzioni in data 21 agosto 2017. La signora Lacalamita è moglie del signor Lanfranco Fabbro e il consolato onorario continua ad avere la propria sede presso gli uffici dell'agenzia di viaggi di proprietà del signor Fabbro”. Secondo Menia “si pone la questione dei criteri di valutazione da parte degli uffici competenti del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale delle persone per gli incarichi di console onorario, in particolare per verificare se la persona infine selezionata sia in grado di rispondere adeguatamente all'assunzione di neutralità e responsabilità istituzionale e di rispettare lo status e le funzioni che le verranno attribuite e con esse il codice deontologico dei consoli onorari”.
Nel 2023, riporta il senatore, “un consigliere del COMITES di Barcellona ha inviato segnalazioni a mezzo di posta elettronica al Consolato generale di Barcellona, all'Ambasciata e al Ministero per denunciare che il già console onorario signor Fabbro pubblicava sui canali social apprezzamenti non solo negativi ma spesso al limite dell'offesa nei confronti del Governo e dei suoi membri: il diritto di critica è riconosciuto a tutti ma è certo equivoca la conduzione familiare del vice consolato, la confusione di ruoli e la palese mancanza del dovuto profilo istituzionale che lo stesso dovrebbe mantenere; il Consolato generale ha risposto alle segnalazioni pervenute nel seguente modo: "in merito a espressioni e manifestazioni di pensiero sull'account personale dell'ex vice console onorario, le segnalo che i canali social in questione mettono a disposizione dell'utenza modalità per segnalare eventuali utilizzi che ne violino le policy. Qualora lei ravvisasse nei post del Sig. Fabbro, pubblicati sulla sua pagina personale, profili di illiceità potrà sporgere denuncia presso le competenti autorità di polizia italiane"; "di avere portato all'attenzione del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale la sua PEC, affinché possa essere effettuata una valutazione più approfondita su quanto da lei segnalato"; in recenti post volti a sollecitare un dibattito sul suo profilo "Facebook" – continua Menia – il già vice console onorario scrive: "Non chiedo ai politici ma a quelle persone che appoggiano la destra al governo, la pensate come chi vi rappresenta? O vi fanno vergognare?" ed associa il fascismo alla situazione attuale del Paese, condendo il tutto con inni e immagini di Che Guevara. La scelta del fraseggio volgare ed inopportuno usato dal già vice console onorario stride con il ruolo che gli fu conferito dal Ministero e il persistere del gradimento della sede consolare onoraria”.
Il senatore, quindi, chiede al Ministro “se intenda valutare l'opportunità di avvicendare l'attuale vice console onorario con altra persona per quanto detto in premessa”.
Nella conferenza stampa dello scorso 28 marzo, il Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Antonio Tajani, “ha fatto riferimento all'ipotesi di cinque passaporti consegnati a membri di Hezbollah”. Lo riporta il senatore del Maie, Mario Borghese, nella premessa alla sua interrogazione con cui chiede al titolare della Farnesina se siano state prese misure contro funzionari o diplomatici coinvolti nel caso.
La notizia dei passaporti, precisa Borgese, è stata data “anche da un parlamentare della Repubblica italiana attraverso organi di stampa”. Dalla stampa nazionale, inoltre, “si apprende che, sul caso citato, vi sarebbero state ispezioni anche negli uffici consolari”.
“Si tratterebbe di un evento gravissimo che coinvolgerebbe anche l'integrità del corpo diplomatico”, sostiene Borghese, che a Tajani chiede di sapere se “sia a conoscenza delle generalità delle cinque persone di cui si tratterebbe; se vi siano, allo stato, funzionari o diplomatici sospesi o nei confronti dei quali siano stati disposti o avviati provvedimenti disciplinari per i casi citati” e, infine, “se abbia trasmesso atti o relazioni alle Procure della Repubblica per le eventuali ipotesi di reato da perseguire”.
“È stato un vero privilegio partecipare oggi alle prime celebrazioni per il 79º anniversario della Repubblica Italiana organizzate dall’ambasciatore italiano a Canberra Paolo Crudele, insieme alla nostra straordinaria comunità e a rappresentanti delle istituzioni australiane e italiane. Noi italiani all’estero siamo una grande famiglia accomunata da cultura, lingua e tradizioni”. Così scrive Francesco Giacobbe, senatore Pd eletto all’estero, a commento della cerimonia promossa dall’Ambasciata in occasione del 2 giugno.
“L’Italia, a 79 anni dalla nascita della Repubblica, è ancora una nazione giovane, forte e vibrante, e la sua presenza nel mondo, specialmente qui in Australia, è più viva che mai”, sottolinea Giacobbe che, nel suo intervento, ha voluto “ricordare quanto gli italiani abbiano contribuito allo sviluppo dell’Australia, integrandosi pienamente, lavorando duramente, portando competenze, innovazione e quei valori profondi di famiglia, amicizia, spiritualità e solidarietà che hanno aiutato a costruire una società multiculturale e inclusiva. È grazie ai nostri genitori e nonni, ai sacrifici e alla determinazione delle generazioni passate, se oggi l’Australia può contare su leader straordinari di origine italiana: dal Senatore Raff Ciccone, presente con noi oggi, al Premier del Queensland David Crisafulli, alla Chief Minister del Northern Territory Lia Finocchiaro, alla Deputy Premier del WA Rita Saffioti, e ancora i Ministri ed i parlamentari del WA Tony Buti, Paul Papalia, Frank Paolino, Steve Catania, Daniel Pastorelli, fino al nostro Primo Ministro Anthony Albanese”.
“In ognuno di loro vive un pezzo d’Italia. E in ognuno di noi, italiani nel mondo, - ha rimarcato il parlamentare – vivono i valori che 65 milioni di italiani in patria e circa 70 milioni di discendenti all’estero portano nel cuore, indipendentemente dal passaporto che hanno o dalla distanza che li separa dalla terra d’origine. Ma la prosperità non può esistere senza pace, comprensione e dialogo. In un mondo attraversato da conflitti e tensioni, ricordare le parole di Papa Leone XIV, “La pace sia con voi”, è più che mai necessario. Come italiani nel mondo, continuiamo a essere portatori di pace, costruttori di ponti, difensori dei più vulnerabili. Questo è il nostro impegno. Questa è la nostra eredità. Questo – ha concluso – è il nostro contributo. Viva l’Australia. Viva la Repubblica Italiana”. (focus\aise)