La voce degli eletti all’estero (3)

ROMA – focus/ aise – "Se ci pensiamo bene, la nuova riforma della cittadinanza italiana sembra pensata per non fare rumore. È tecnica, sobria, poco raccontata. Eppure, i suoi effetti saranno profondi e duraturi. Non tanto per ciò che cambia oggi, quanto per ciò che costruisce (o distrugge) domani”. Così Angela Schirò, già deputata del Partito Democratico nella scorsa legislatura, commenta la riforma della cittadinanza approvata in via definitiva dalla Camera dei Deputati il 20 maggio.
“Da un lato, questa legge porterà nel tempo alla graduale estinzione della circoscrizione estero”, sostiene Schirò. “Il diritto di voto e la rappresentanza politica degli italiani residenti all’estero – già oggi fragili – verranno erosi lentamente, generazione dopo generazione. Perché? Perché i figli dei nostri figli, nati e cresciuti all’estero, non saranno più automaticamente cittadini italiani, anche se educati nella cultura, nella lingua e nei valori italiani. Verranno tagliati fuori. E con loro si spegneranno anche l’influenza e il legame di milioni di italiani all’estero con il proprio Paese d’origine”.
“Dall’altro lato, - continua Schirò – questa legge colpisce in modo subdolo l’idea stessa di Europa come spazio condiviso, in cui la doppia cittadinanza è una possibilità concreta e legittima. Oggi, molti cittadini europei – nati magari da un genitore italiano – vivono, studiano e lavorano in altri Paesi dell’Unione. La nuova normativa, tuttavia, penalizza chi possiede già una cittadinanza straniera: per loro ottenere (o mantenere) quella italiana sarà sempre più difficile, se non impossibile. Come se la doppia appartenenza fosse un tradimento, e non una ricchezza”.
“Questa scelta politica non è neutra. Non è “meramente tecnica”. È un atto ideologico”, sottolinea l’ex deputata. “Perché decidere chi è italiano e chi non lo è significa anche decidere chi ha diritto a partecipare, a contare, a esistere nella narrazione collettiva del Paese. E restringere questi criteri equivale a chiudere le porte, non solo agli stranieri che chiedono inclusione (ius soli, ormai completamente abbandonato), ma anche agli italiani che l’Italia l’hanno portata nel mondo. Saremo sempre meno e – conclude – sarà tutto perfettamente legale".
“Leggiamo con stupore le dichiarazioni della segretaria Elly Schlein, che parla di “una stretta incomprensibile” e accusa il governo di voler “rubare il diritto alla cittadinanza” ai nipoti degli italiani all’estero. Ma ciò che risulta davvero incomprensibile è la pretesa che la cittadinanza italiana possa essere trasmessa all’infinito, senza alcun limite, anche a chi non ha mai avuto un legame concreto con il nostro Paese”. È quanto si legge in una nota dei Coordinatori di Forza Italia – Nord e Centro America, secondo cui “la riforma, già approvata, non è una chiusura, ma un atto di responsabilità”.
“È illogico – prosegue la nota – pensare che la cittadinanza italiana possa essere concessa automaticamente, generazione dopo generazione, prescindendo da qualsiasi reale connessione con l’Italia. Il nuovo testo garantisce il principio dello ius sanguinis. Rispettiamo profondamente la nostra diaspora e chi ha portato l’Italia nel mondo con orgoglio, lavoro e sacrificio. Ma proprio per onorarla dobbiamo proteggere il valore della cittadinanza, evitando che diventi un automatismo burocratico privo di significato”.
“In un contesto globale in cui proliferano abusi e pratiche di commercializzazione dei passaporti italiani, serve rigore. Fare opposizione con slogan è facile”, concludono i Coordinatori di Forza Italia – Nord e Centro America. “Governare con responsabilità e visione, come sta facendo il centrodestra, significa difendere l’identità italiana senza rompere i legami con gli italiani nel mondo”.
"Le elezioni di domenica scorsa" in Romania "segnano una svolta rispetto a novembre, quando, in seguito a gravi interferenze, la Corte Costituzionale è stata costretta ad annullare le elezioni". Lo dichiara Federica Onori, deputata di Azione eletta in Europa e membro del gruppo parlamentare Amicizia con la Romania.
"Il caso ha scoperchiato un intero sistema di manipolazione informativa", sottolinea Onori, "in particolare sui social – TikTok compreso – dove il consenso è stato gravemente inquinato da massicci investimenti pubblicitari non tracciati sui social, portando un candidato marginale dal 3% al 20% in pochi giorni. Oggi invece assistiamo a una presa di coscienza da parte della popolazione rumena, in particolare dei giovani, contro le minacce ibride russe".
"Neanche l’Italia è affatto immune da derive antieuropeiste e antiatlantiche", ammonisce la parlamentare: "lo vediamo sia nel dibattito politico interno, con certe posizioni ambigue di alcuni leader, sia nel voto dei rumeni in Italia, dove Simion ha ottenuto il 66,8% dei consensi. E oggi lo stesso Simion invoca presunte ingerenze francesi per delegittimare anche queste elezioni, senza fornire alcuna prova".
"Di fronte a questo clima", per Onori "la vittoria di un candidato credibile e pro-europeo come Nicusor Dan, apprezzato dai giovani, rappresenta un argine forte all’estremismo. È un segnale importante", conclude: "serve un’Europa più coesa, capace di colmare i divari economici e di proteggere le proprie democrazie dalle intromissioni esterne". (focus\aise)