La voce degli eletti all’estero

ROMA – focus/ aise – Durante la 32ª Sessione annuale a Porto, il deputato Eugenio Zoffili (Lega), Presidente della Delegazione italiana, il 3 luglio è stato eletto Vicepresidente dell’Assemblea parlamentare dell’OSCE.
“Un risultato importante, un premio al lavoro svolto da tutta la nostra Delegazione. Questo riconoscimento riporta l’Italia al centro della Diplomazia parlamentare, proprio in un momento in cui, viste le tensioni che affliggono il Mondo, il ruolo del dialogo assume un’importanza strategica per consentire il raggiungimento della pace”, il primo commento del neo eletto.
“Un ringraziamento sentito a tutti i colleghi provenienti dai 57 Stati membri e soprattutto la Delegazione italiana per il supporto di questi anni, sia come Presidente della Delegazione sia come Rappresentante Speciale Osce per la lotta alla criminalità organizzata”, ha aggiunto Zoffili. “Ringrazio anche la Presidente uscente dell’Assemblea, Pia Kauma, per il lavoro svolto e auguro un buon lavoro al neoeletto Presidente, Pere Joan Pons”.
“Il mio impegno prosegue all’insegna della condivisione e della difesa dei principi democratici che hanno fatto nascere l’OSCE 50 anni fa, con la consapevolezza che solo attraverso la mediazione e il confronto si possono raggiungere gli obiettivi”, ha concluso. “Questa è una grande vittoria per l’Italia!”.
Continua il “grave stallo amministrativo nell'ambito della procedura dei visti di studio per studenti iraniani” oggi aggravato dalla situazione di insicurezza nel paese che ha provocato, tra l’altro, l’interruzione dei servizi consolari. A denunciarlo sono le deputate di Azione Federica Onori, eletta in Europa, e Giulia Pastorella, che hanno presentato una interrogazione ai Ministri degli esteri e dell’università, Tajani e Bernini, per chiedere una proroga tale da consentire agli studenti di Teheran di immatricolarsi per il prossimo anno accademico in Italia.
Nella premessa, le due deputate scrivono che “numerosi studenti iraniani vedono l'Italia come una destinazione formativa d'eccellenza, attratti dalla qualità delle università, dalla varietà delle discipline di studio e dalla possibilità di costruire un futuro professionale più solido: in Italia, infatti, studiano oltre 13 mila studenti iraniani, che insieme formano la comunità straniera più numerosa nelle università italiane; secondo i dati forniti dallo stesso Ministero, dal 2018 al 2023 le domande di visto per immatricolazione universitaria da parte di studenti iraniani sono quasi quadruplicate, superando le 6.000 nel 2023 (pari al 30 per cento delle domande lavorate dalla cancelleria consolare a Teheran)”.
“Per far fronte a tale situazione, - ricordano Onori e Pastorella – l'Ambasciata d'Italia a Teheran ha introdotto una corsia preferenziale per le domande di visto per studio in lingua italiana, esternalizzando alla società Visametric il servizio di raccolta della documentazione; in risposta ad un'interrogazione precedente in cui venivano segnalati alcuni problemi connessi alla prenotazione degli appuntamenti, la Sottosegretaria per gli affari esteri e alla cooperazione internazionale, Maria Tripodi, aveva comunicato che, in sinergia con il Ministero dell'università e della ricerca, il Ministero stava lavorando per consentire agli studenti di presentare le loro domande già dai primi mesi del 2025, distribuendole in modo più efficiente; tuttavia, continuano a giungere ai proponenti numerose segnalazioni di studenti iraniani che continuano a riscontrare gravi difficoltà nell'ottenere il visto di studio per l'Italia, a causa di disallineamenti tra le comunicazioni ufficiali e le procedure operative di prenotazione, nonché di improvvise interruzioni del sistema”.
“Gli studenti ammessi per l'anno accademico 2025-2026 – si legge ancora – sono tuttora in attesa correndo il rischio concreto di non riuscire a immatricolarsi per l'anno accademico in corso. Le modalità di gestione del sistema di prenotazione paiono ripetere le inefficienze dell'anno scorso quando risultarono esclusi oltre 1.700 studenti iraniani, senza che fossero proposte soluzioni alternative efficaci”.
“Le tensioni internazionali e la situazione di guerra in Iran hanno determinato l'interruzione dei servizi consolari in loco aggravando ulteriormente la situazione. In un contesto così critico, - sottolineano le due deputate – è fondamentale agire con urgenza per offrire loro canali alternativi e sicuri di accesso all'Italia, prima che l'incertezza e l'instabilità compromettano in modo irreversibile il loro percorso formativo e le loro prospettive di vita”.
Ai due Ministri, quindi, si chiede “se siano a conoscenza del perdurante e grave stallo amministrativo nell'ambito della procedura dei visti di studio per studenti iraniani” e “se intendano predisporre, tenuto conto dell'interruzione dei servizi consolari e dell'attuale contesto iraniano, un'estensione della scadenza per la presentazione delle domande di visto, riservando una deroga specifica agli studenti iraniani coinvolti, una modalità alternativa per la presentazione delle domande (online, da remoto o presso uffici consolari italiani in paesi confinanti) o altre misure per prevenire il ripetersi di simili disservizi”.
In occasione del settimo anniversario del riconoscimento di Giorgio La Pira come Venerabile della Chiesa cattolica, Vision & Global Trends – International Institute for Global Analyses, in collaborazione con il deputato del Pd eletto in Sud America, Fabio Porta, hanno organizzato a Roma il convegno “Giorgio La Pira: attualità di un pensiero per la pace”, che si terrà oggi alle ore 16.00 presso la Sala del Refettorio della Camera dei Deputati.
Il convegno gode del patrocinio della Fondazione Giorgio La Pira e della Società Italiana di Geopolitica – Progetto di Vision & Global Trends.
L’incontro vuole essere un omaggio profondo e articolato alla figura del “sindaco santo” di Firenze: testimone del Vangelo, intellettuale profetico e protagonista del dialogo tra i popoli. Ma non solo. Il convegno si propone anche come uno spazio di riflessione politica, culturale e spirituale sull’eredità di La Pira, oggi più che mai attuale, in un mondo attraversato da conflitti, instabilità e trasformazioni globali.
Durante la Guerra Fredda, La Pira seppe elaborare e praticare una politica di pace che superava i confini ideologici, con gesti coraggiosi come i viaggi a Mosca e Hanoi, l’impegno per il disarmo, il dialogo interreligioso e la promozione dello sviluppo nei paesi del cosiddetto Terzo Mondo. Il suo sguardo universalista e cristiano anticipava un ordine internazionale fondato sulla giustizia, la dignità umana e la cooperazione.
Rileggere oggi il suo pensiero significa interrogarsi sulla possibilità di una nuova cultura politica della pace, capace di coniugare idealismo e concretezza, spiritualità e progettualità, soprattutto in relazione al ruolo dell’Italia in uno scenario multipolare dove emergono nuovi attori come Cina, India e i paesi dell’Africa.
Il convegno vedrà la partecipazione di accademici, analisti, amministratori pubblici e protagonisti della vita politica e sarà articolato in tre sessioni: sulla testimonianza di pace di La Pira, sui suoi fondamenti filosofici e politici, e sulla sua visione geopolitica.
Ad aprire i lavori saranno Porta e Tibierio Graziani della Vision & Global Trends. A seguire interverranno Patrizia Giunti – Fondazione Giorgio La Pira; Sergio Moscone – Sindaco di Serralunga d’Alba; Giulio Alfano – Pontificia Università Lateranense; AntonGiulio de’ Robertis – Università degli Studi di Bari; Maurizio Gentilini – ISEM, Consiglio Nazionale delle Ricerche; Maurizio Vezzosi – Analista di geopolitica. (focus\aise)