Parlando di esteri

ROMA – focus\ aise – Verrà presentato il prossimo 4 febbraio, dalle 14.30, nello spazio Esperienza Europa – David Sassoli in Piazza Venezia 6 a Roma il nuovo numero della rivista “Geopolitica” dedicato al tema “L’Europa e il suo futuro nel nuovo ordine globale” (Vol. XIII, n. 2/2024).
La fase di riequilibrio di potenza dell’ordine internazionale, che ci accompagna ormai da oltre un quindicennio, ha subito una decisa accelerazione, i cui effetti sono rintracciabili principalmente nelle crisi russo-ucraina e israelo-palestinese, ma anche nei sommovimenti che attanagliano il continente africano e nelle perduranti tensioni nell’area dell’indo – pacifico. Gli attori presenti sulla scena, siano essi di primo o secondo rango, puntano pro-attivamente ad acquisire un posizionamento vantaggioso negli scenari in via di definizione.
Tale tendenza, tuttavia, sembrerebbe non interessare i Paesi europei che, citando Marta Dassù, sembrano vivere in un mondo parallelo, fatto di pace e basato sulla protezione a basso costo degli Stati Uniti, quasi incuranti del fatto che proprio ai loro confini orientali e meridionali si stiano delineando i nuovi equilibri globali.
L’Unione Europea, infatti, si presenta come aggregato debole e vulnerabile, privo di una visione unitaria e condivisa su tematiche considerate strategiche quali la politica estera e di difesa, quella economico-finanziaria, quella industriale, quella energetica e, soprattutto, quella demografica. Tale condizione favorisce un indebolimento sempre più accentuato della stessa Unione, che si mostra incapace di fornire risposte efficaci ai temi fondamentali per la vita dei popoli europei di affrontare le nuove sfide.
Occorre, inoltre, sottolineare che l’ombrello di protezione statunitense, per come è stato concepito fino ad oggi, potrebbe crollare nel giro di breve tempo, scoperchiando un vaso di Pandora che imporrebbe agli europei di occuparsi direttamente, anche sul piano militare e non solo diplomatico, delle problematiche del Mediterraneo, del Vicino e Medio Oriente e dell’Africa.
Dopo i saluti istituzionali di Carlo Corazza – Direttore dell’Ufficio del Parlamento Europeo in Italia, moderati da Tiziana Di Simone (Caffè Europa – Radio Rai 1) interverranno Tiberio Graziani – Chairman di Vision & Global Trends, Direttore di Geopolitica; Francesco Amoretti – Università degli Studi di Salerno; Giuseppe Anzera – Università di Roma Sapienza; Stefano De Falco – Università degli Studi di Napoli Federico II; ed Emidio Diodato – Università per Stranieri di Perugia.
Le conclusioni saranno affidate a Filippo Romeo – Comitato editoriale di Geopolitica.
Il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha incontrato al Viminale, il coordinatore antiterrorismo della UE Bartjan Wegter.
“La nostra comune agenda sui temi della sicurezza - ha dichiarato Piantedosi - deve fare i conti con le perduranti situazioni di crisi ai confini dell’Europa. Il pericolo più significativo è rappresentato da "attori isolati", che non hanno legami diretti con le organizzazioni terroristiche, ma sono in grado di commettere azioni nei confronti di bersagli facili”.
“La situazione internazionale – ha aggiunto il titolare del Viminale - è fonte di preoccupazione, anche per quanto riguarda le possibili infiltrazioni di soggetti pericolosi all’interno dei flussi migratori, visto che il 90% dei migranti irregolari giunti nel territorio europeo si è servito dei trafficanti, durante tutto o parte del viaggio”.
“Solo attraverso una costante attività di condivisione delle informazioni sulle identità dei terroristi individuati - ha concluso Piantedosi - saremo in grado di prevenire i movimenti transfrontalieri potenzialmente pericolosi e anticipare la minaccia”.
Alla presenza del viceministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Vannia Gava, l’Italia ha raccolto martedì scorso il testimone dalla presidenza slovena per la guida italiana della Convenzione delle Alpi per il biennio 2025 – 2026.
“L’Italia raccoglie con entusiasmo e responsabilità questo passaggio di testimone, ringrazia la Presidenza slovena per il lavoro profuso e ribadisce l’impegno a guidare la Convenzione per il prossimo biennio con un approccio pragmatico, promuovendo azioni concrete per un avanzamento in termini di sostenibilità e valorizzazione delle risorse naturali e delle comunità alpine”, le parole del viceministro Gava. “Le Alpi, uniche per la loro biodiversità e valore culturale, si trovano oggi ad affrontare nuove sfide a causa del cambiamento climatico, della perdita di biodiversità e dei pericoli naturali. La decima Relazione sullo Stato delle Alpi evidenzia come queste minacce stiano incidendo sulla vita delle comunità alpine, ma offre anche una guida per migliorare il benessere e la resilienza della regione”.
Quattro, ha spiegato Gava, i pilastri principali su cui si baserà il programma di Presidenza italiana per il biennio 2025-2026: biodiversità, cambiamenti climatici, popolazione e cultura alpina, e cooperazione internazionale.
Sul fronte della biodiversità, l’Italia, ha detto Gava, punta allo “sviluppo di un Piano d’Azione per la biodiversità alpina, focalizzato sulla conservazione degli habitat, il ripristino ecologico e promozione di azioni per la protezione delle specie minacciate e la gestione sostenibile delle risorse naturali”. Quanto ai cambiamenti climatici, “i temi dello stato critico dei ghiacciai, del degrado del permafrost e del ciclo dell’acqua sono di particolare rilevanza per il futuro delle Alpi e vanno affrontati con un’attenta pianificazione territoriale - che integri gli obiettivi di tutela con i risultati della ricerca scientifica e tecnologica - e cooperazione strategica. Inoltre, sarà essenziale anche il coinvolgimento delle comunità locali, per consolidare quel sentimento di identità territoriale in grado di innescare un circolo virtuoso a favore dell’ambiente”.
A tutela della popolazione e cultura alpina, la Presidenza italiana intende “promuovere azioni di valorizzazione del patrimonio culturale, di promozione dello sviluppo sostenibile delle comunità e di politiche per favorire le comunità che scelgono le Alpi come contesto residenziale. Le Alpi non sono solo un luogo fisico, ma anche uno spazio multiculturale unico. Investire nella formazione e nel coinvolgimento dei giovani è essenziale per preservare il nostro patrimonio e garantire il futuro della montagna”.
Infine, l’Italia intende “rafforzare, con il supporto del Segretariato permanente, le relazioni con altre regioni montane del mondo attraverso lo scambio di buone pratiche e il coordinamento su temi comuni. La Presidenza italiana della Convenzione delle Alpi, che si accinge ora ad iniziare, si concentrerà su questi obiettivi. Uniti possiamo fare delle Alpi un esempio di sostenibilità e qualità della vita”.
“Il nostro impegno condiviso – ha concluso il viceministro – può diventare il pilastro di un futuro migliore per questa regione e per le generazioni a venire. Cercheremo di incrementare la sinergia tra la Convenzione e gli strumenti pertinenti dell’Unione Europea”. (focus/ aise)