Vento d’Europa

ROMA – focus\ aise - In risposta alla richiesta della Presidente von der Leyen di strutturare in modo più mirato i rapporti con il vicinato dell'Ue in senso lato, in particolare col Mediterraneo, attribuendo un portafoglio specifico a un membro del nuovo Collegio, la Commissione europea ha istituito la nuova direzione generale per il Medio Oriente, il Nordafrica e il Golfo (DG MENA).
Complessivamente la nuova DG conterà oltre 500 unità di personale, suddiviso fra sede centrale europea e delegazioni dell'Unione.
In linea con gli orientamenti politici della Presidente e con la lettera d'incarico alla Commissaria per il Mediterraneo Dubravka Šuica, la nuova DG – spiega Bruxelles – si dedicherà a costruire con i paesi del Nordafrica, del Medio Oriente e del Golfo partenariati solidi, atti a garantire prosperità, sicurezza e resilienza sulla base di interessi comuni. La DG concentrerà i lavori sull'obiettivo di stringere partenariati che puntino a investimenti, stabilità economica, occupazione, energia, trasporti, sicurezza, migrazione e altri settori di reciproco interesse.
La nuova DG, che fa capo alla Commissaria per il Mediterraneo Dubravka Šuica, diventa così la “porta d'ingresso” della Commissione per tutti i paesi della regione. Contribuirà a orientare e plasmare gli obiettivi della politica mediterranea dell'UE, favorendone il conseguimento grazie all'offerta di sostegno tecnico e finanziario.
La nuova DG è stata annunciata dalla Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen in occasione della presentazione del Collegio dei commissari a settembre 2024.
Gli orientamenti politici 2024-2029 e la lettera di incarico alla Commissaria Šuica indicano come prima iniziativa nell'ambito di questa politica l'adozione del nuovo patto per il Mediterraneo. Il patto si fonderà su partenariati globali incentrati su investimenti, stabilità economica, occupazione, energia, trasporti, sicurezza, migrazione e altri settori di reciproco interesse, seguendo un'impostazione integrata basata sui valori e principi dell'UE nella quale confluiscano elementi di politica economica, umanitaria, di sviluppo, di pace e di sicurezza.
"Da sempre il Mediterraneo rappresenta un ponte fra le culture e una rotta strategica sulla quale storie e tradizioni comuni hanno plasmato l'identità europea”, ricorda Dubravka Šuica, Commissaria per il Mediterraneo. “L'istituzione della nuova direzione generale MENA segna una tappa fondamentale, conferendo rinnovata rilevanza alla politica dell'UE nei confronti del Mediterraneo e del Golfo e innovandola. Questo nuovo comparto della Commissione sarà interamente dedicato al lavoro sulle peculiari opportunità e sfide della regione, adoperandosi per avvicinare tutte le sponde del Mare Nostrum e non solo. In un panorama geopolitico in evoluzione l'Unione opera da partner strategico coerente e credibile per un futuro stabile e prospero che sia radicato nel rispetto reciproco, nella crescita e in legami più solidi".
Più di 8 europei su 10 (83%) pensano che l'influenza complessiva di scienza e tecnologia sia positiva. Due terzi degli intervistati (67%) concordano sul fatto che scienza e tecnologia rendano le nostre vite più facili, più sane e più comode. È quanto emerge dall'ultimo sondaggio Eurobarometro sulle "Conoscenze e gli atteggiamenti dei cittadini europei nei confronti di scienza e tecnologia" pubblicato oggi dalla Commissione Ue.
Ad avere un effetto positivo sul nostro stile di vita nei prossimi 20 anni saranno soprattutto le energie rinnovabili (87%), le tecnologie dell'informazione e della comunicazione (79%), i vaccini e la lotta alle malattie infettive (77%)
Secondo il sondaggio, la maggior parte degli europei desidera saperne di più sugli sviluppi scientifici (58%). Tuttavia, la mancanza di tempo (40%), la mancanza di interesse (37%) e la mancanza di conoscenza nel campo della scienza e della tecnologia (36%) rimangono ostacoli “significativi” in questo ambito.
Il sondaggio ha esaminato anche questioni riguardanti la fiducia e l'equità nella scienza. I risultati mostrano che il 77% degli intervistati concorda sul fatto che scienza e tecnologia dovrebbero considerare le esigenze di tutti i gruppi di persone quando sviluppano nuove soluzioni e prodotti, mentre un altro 72% pensa che il governo dovrebbe assumersi la responsabilità di garantire che le nuove tecnologie siano vantaggiose per tutti.
Al tempo stesso, la maggior parte dei cittadini esprime una certa preoccupazione per il potenziale delle applicazioni scientifiche di minacciare i diritti umani (il 58% concorda con l'affermazione) e quasi due terzi (64%) ritengono che la scienza e la tecnologia potrebbero contribuire a migliorare l'ambiente e affrontare il cambiamento climatico, ma che aiutino soprattutto le aziende a fare soldi.
Quando si tratta di condividere i risultati scientifici e di coinvolgere il pubblico, otto cittadini europei su dieci (80%) concordano con l'affermazione secondo cui i risultati della ricerca finanziata con fondi pubblici dovrebbero essere resi disponibili online gratuitamente, mentre più di sei su dieci (63%) concordano sul fatto che "coinvolgere i non scienziati nella ricerca e nello sviluppo tecnologico garantisce che la scienza e la tecnologia rispondano alle esigenze, ai valori e alle aspettative della società".
Il sondaggio di quest'anno ha incluso un focus sull'uso dell'intelligenza artificiale (IA) per la ricerca scientifica, rivelando opinioni contrastanti tra i cittadini a questo proposito. Poco più di un terzo degli intervistati (38%) afferma di fidarsi della ricerca scientifica e delle scoperte create con l'aiuto dell'IA, mentre un quarto (25%) diffida di questo tipo di ricerca. Tuttavia, metà dei cittadini dell'UE (50%) concorda sul fatto che l'IA utilizzata nella scienza favorisca scoperte scientifiche che porteranno a soluzioni a sfide importanti come il cambiamento climatico e gravi malattie. (focus/ aise)