Papa Francesco: vinciamo le tentazioni con la parola di Dio

ROMA\ aise\ - “L’attaccamento alle cose, la sfiducia e la sete di potere sono tre tentazioni diffuse e pericolose, che il diavolo usa per dividerci dal Padre e non farci più sentire fratelli e sorelle tra noi, per portarci alla solitudine e alla disperazione. Questo volle fare a Gesù, questo vuole fare a noi: portarci alla disperazione”. Nella prima Domenica di Quaresima, Papa Francesco ha salutato fedeli e pellegrini giunti in piazza San Pietro per la recita dell’Angelus domenicale illustrando il passo del Vangelo che presenta Gesù nel deserto tentato dal diavolo (cfr Mt 4,1-11).
“Diavolo significa “divisore”. Il diavolo vuol sempre creare divisione ed è ciò che si propone anche tentando Gesù”, ha esordito Bergoglio. “Da chi il diavolo vuole dividere Gesù? Dopo aver ricevuto il Battesimo da Giovanni nel Giordano, Gesù era stato chiamato dal Padre “il Figlio mio, l’amato” (Mt 3,17) e lo Spirito Santo era sceso su di Lui in forma di colomba (cfr v. 16). Il Vangelo ci presenta così le tre Persone divine unite nell’amore. Poi Gesù stesso dirà di essere venuto nel mondo per rendere anche noi partecipi dell’unità che c’è tra Lui e il Padre (cfr Gv 17,11). Il diavolo, invece, fa il contrario: entra in scena per dividere Gesù dal Padre e distoglierlo dalla sua missione di unità per noi. Divide sempre”.
Francesco ha poi spiegato “in che modo prova a farlo. Il diavolo vuole approfittare della condizione umana di Gesù, che è debole perché ha digiunato quaranta giorni e ha fame (cfr Mt 4,2). Il maligno allora cerca di instillare in lui tre “veleni” potenti, per paralizzare la sua missione di unità. Questi veleni sono l’attaccamento, la sfiducia e il potere. Anzitutto il veleno dell’attaccamento alle cose, ai bisogni; con ragionamenti suadenti il diavolo prova a suggestionare Gesù: “Hai fame, perché devi digiunare? Ascolta il tuo bisogno, soddisfalo, ne hai il diritto e il potere: trasforma le pietre in pane”. Poi il secondo veleno, la sfiducia: “Sei sicuro – insinua il maligno – che il Padre voglia il tuo bene? Mettilo alla prova, ricattalo! Buttati giù dal punto più alto del tempio e fagli fare quello che vuoi tu”. Infine il potere: “Di tuo Padre non hai bisogno! Perché aspettare i suoi doni? Segui i criteri del mondo, prenditi tutto da solo e sarai potente!”. Le tre tentazioni di Gesù”.
“Anche noi viviamo queste tre tentazioni, sempre”, ha riflettuto il Santo Padre. “È terribile, ma è proprio così, anche per noi: l’attaccamento alle cose, la sfiducia e la sete di potere sono tre tentazioni diffuse e pericolose, che il diavolo usa per dividerci dal Padre e non farci più sentire fratelli e sorelle tra noi, per portarci alla solitudine e alla disperazione. Questo volle fare a Gesù, questo vuole fare a noi: portarci alla disperazione”.
“Gesù vince le tentazioni. E come le vince? Evitando di discutere col diavolo e rispondendo con la Parola di Dio”, ha proseguito il Pontefice. “Questo è importante: con il diavolo non si discute, con il diavolo non si dialoga! Gesù gli fa fronte con la Parola di Dio. Cita tre frasi della Scrittura che parlano di libertà dalle cose (cfr Dt 8,3), di fiducia (cfr Dt 6,16) e di servizio a Dio (cfr Dt 6,13), tre frasi opposte alle tentazioni. Non dialoga mai con il diavolo, non negozia con lui, ma respinge le sue insinuazioni con le Parole benefiche della Scrittura. È un invito anche per noi: con il diavolo non si discute! Non si negozia, non si dialoga; non lo si sconfigge trattando con lui, è più forte di noi. Il diavolo lo sconfiggiamo opponendogli con fede la Parola divina. In questo modo Gesù ci insegna a difendere l’unità con Dio e tra di noi dagli attacchi del divisore. La Parola divina che è la risposta di Gesù alla tentazione del diavolo”.
“E ci chiediamo: che posto ha nella mia vita la Parola di Dio? Ricorro ad essa nelle mie lotte spirituali? Se ho un vizio o una tentazione ricorrente, perché, facendomi aiutare, non cerco un versetto della Parola di Dio che risponda a quel vizio? Poi, quando arriva la tentazione, lo recito, lo prego confidando nella grazia di Cristo”, è stato l’invito di Bergoglio. “Proviamo, ci aiuterà nelle tentazioni, ci aiuterà tanto, perché, tra le voci che si agitano dentro di noi, risuonerà quella benefica della Parola di Dio. Maria, che ha accolto la Parola di Dio e con la sua umiltà ha sconfitto la superbia del divisore, ci accompagni nella lotta spirituale della Quaresima”.
Al termine dell'Angelus, Papa Francesco ha rivolto il suo pensiero alle “notizie dolorose” che giungono dal mondo: dalla Terra Santa, in primis, dove ancora ci sono “tante persone uccise, anche bambini”. Bergoglio ha dunque rinnovato “l’appello a far sì che il dialogo prevalga sull’odio e sulla vendetta” e ha pregato “per i palestinesi e gli israeliani affinché trovino la strada della fraternità e della pace, con l’aiuto della comunità internazionale”.
Il Papa si è detto “molto preoccupato anche per la situazione in Burkina Faso, dove continuano gli attacchi terroristici”, è ha invitato a pregare per la popolazione di quel caro Paese, affinché le violenze subite non facciano perdere la fiducia nel cammino della democrazia, della giustizia e della pace”.
Un pensiero e una preghiera alle vittime del naufragio avvenuto sulla costa calabrese, presso Crotone, e infine all’Ucraina, dove “già un anno è stato fatto di guerra”, e ai popoli turco e siriano colpiti dalla tragedia del terremoto. (aise)