Di Benedetto (Comites Monaco di Baviera): dialogo e interazione tra generazioni chiave per il futuro

MONACO DI BAVIERA\ aise\ - Un anno ricco di iniziative, di aiuto ai connazionali in Germania, di impegno e di memoria quello che si appresta a chiudersi, che ha anche rafforzato alcune convinzioni, che comprendono in particolare il "dialogo e l'interazione fra generazioni". Al contempo si sta per aprire un anno che richiederà lavoro e una forte collaborazione con le "istituzioni e dentro le istituzioni", con la visione sempre che dialogo e interazione tra generazioni sia la chiave per guardare fiduciosi il futuro. Questo, in sintesi, il messaggio di fine anno della Presidente del Comites di Monaco di Baviera, Daniela Di Benedetto.
La Presidente ha quindi ricordato diversi aspetti e diverse iniziative che ha definito "fondamentali" svoltesi nel 2025.
Tra questi, la serie di eventi "Bruciate Napoli", in cui si è esplorato il tema della memoria e delle collaborazioni con le istituzioni. Il film di Arnaldo Delehaye sul moto popolare delle Quattro Giornate di Napoli, infatti, ha visto la collaborazione del Comune di Napoli, del Consolato Generale, dell’Istituto Italiano di Cultura e della comunità scolastica italiana. Così come la collaborazione è stata stretta in occasione degli 80 anni dalla fine della Seconda guerra mondiale e della liberazione dei campi di concentramento bavaresi.
Altro evento preso in particolare considerazione dalla Presidente Di Benedetto è stato quello dedicato alla pubblicazione “Il mio silenzio è una stella”, la storia inedita della giudice e vittima di mafia Francesca Morvillo, con l’autrice Sabrina Pisu. Entrambi gli eventi hanno visto collaborazioni istituzionali importanti e un particolare impegno delle commissioni Scuola e Cultura, Arti e Memoria.
Anche l'evento organizzato dalla Commissione Newcomers in collaborazione con l’Università di Monaco è stato "un nuovo importante evento" che ha "confermato il proprio impegno nell’accoglienza ed informazione dei nostri connazionali, con un format aperto e coinvolgente".
Tra le collaborazioni, Di Benedetto ha anche ricordato la proiezione e il dibattito con la regista, Daniela Porto, del film “Il mio posto è qui”, film che parla di diritti e autodeterminazione femminile nell’Italia del secondo dopoguerra e che ha vinto molto premi internazionali.
Non poteva poi mancare una citazione alle celebrazioni dei 70 anni dagli accordi bilaterali tra Italia e Germania, per il reclutamento e l’assunzione di manodopera, sottoscritti appunto il 20 dicembre del 1955. In questo ambito tanti sono stati gli impegni, tra cui la collaborazione al film documentario “Un Sogno Italiano”, diretto dal regista Fausto Caviglia e prodotto da Cristiano Bortone e Antonio Padovani, un secondo prezioso documentario dal titolo “Verso Monaco”, con le interviste a diversi testimoni di Monaco, contattati grazie alla collaborazione proprio del Comites. Ma la collaborazione che "ha visto l'impegno più intenso e continuativo da parte mia", ha spiegato ancora la Presidente Di Benedetto, ha riguardato quella con il Dipartimento “Public History” della Città di Monaco. "Per la realizzazione di una serie di eventi (ben 25) sul tema degli accordi bilaterali. Un’iniziativa che ha anche contribuito a rafforzare i legami con la città gemellata di Verona".
Proprio da quest'ultima esperienza, la Presidente del Comites bavarese ha affermato di aver tratto alcune profonde convinzioni: "oggi, a differenza del passato, gli italiani a Monaco sono parte integrante, attiva e consapevole della storia e dell’identità della città. I diritti di cui godono oggi lavoratori e migranti sono il frutto di una lunga storia di emigrazione, integrazione e lotta contro la marginalità, iniziata nel lontano 1955 e tuttora in evoluzione. Gli italiani che giunsero in Germania grazie a quegli accordi furono tra i primi a vivere e a sognare l’Europa che oggi abitiamo. Il dialogo e l’interazione tra le generazioni restano la chiave per guardare con fiducia e continuità al futuro. La partecipazione della comunità italiana, attraverso le associazioni storiche e le nuove forme di associazionismo, è oggi esemplare: viva, inclusiva e, diversamente dal passato, finalmente visibile nello spazio pubblico".
"Accogliere la migrazione non deve essere considerata soltanto come una risposta a un bisogno di manodopera, ma come una vera assunzione di responsabilità sociale, che si traduce in attenzione, sostegno e apertura alla multiculturalità - ha spiegato la Presidente -. È proprio in coerenza con quest’ultimo principio che ho deciso di impegnarmi con determinazione nella vicenda “Lilium” (una start-up tedesca del settore aeronautico), intervenendo a favore dei lavoratori italiani che si erano rivolti a me in qualità di rappresentante istituzionale (insieme a persone di ogni nazionalità) esclusi dal processo di insolvenza e dalle tutele previste per la disoccupazione. L’intervento presso l’Agenzia Federale per il Lavoro ha avuto esito positivo, e di questo sono particolarmente fiera. Ma, ancor più, auspico che questo risultato possa creare un precedente utile a fare in modo che simili situazioni non si ripetano in futuro".
Nel corso dell’anno, la Presidente del Comites Monaco di Baviera ha inoltre seguito personalmente un caso particolarmente delicato di tutela legale e mediazione culturale. "So che in questo ambito resta ancora molto da fare, e intendo proseguire su questa strada con dedizione, senso di responsabilità e attenzione costante alle persone e ai loro diritti". Di Benedetto si riferisce al caso della connazionale deceduta prima che potesse essere accertata e riabilitata la propria capacità legale, in seguito a questioni legate in gran parte alla mediazione culturale e linguistica. "Questo rappresenta, insieme a tutto il resto, il mio impegno per il futuro e la mia promessa a chi purtroppo non è più con noi".
Secondo lei, "casi come questi, per quanto abbiano segnato questo anno di lavoro, hanno anche, con il proprio esempio contribuito a chiarire che per quanto il percorso di costruzione di diritti e cittadinanza attiva abbia fatto passi da gigante, il margine di miglioramento che richiede lavoro con le Istituzioni e dentro le Istituzioni, sia ancora molto ampio". (aise)