Cgie/ Prodi: le nostre diversità possono solo farci del bene

ROMA\ aise\ - 12 mesi di “tanto lavoro”. Ad un anno dalla sua elezione alla Segreteria generale del Cgie, Maria Chiara Prodi ha reso questa mattina la sua relazione in assemblea plenaria, esprimendo “riconoscenza” al Ministro degli Affari Esteri Tajani, che lunedì, nonostante gli impegni, “ci ha dedicato tempo per ascoltarci” ed evidenziando “l’emozione per l’accoglienza riservataci ieri dal Presidente Mattarella, che ha spazzato via ogni ombra sul nostro protagonismo” che deve essere “sereno ed efficace, al servizio degli italiani all’estero”. Di fronte ai consiglieri, al sottosegretario agli esteri Silli - cui è stata affidata la relazione di Governo - e al Dg Vignali, alla presenza di diversi parlamentari eletti all’estero, nella prima giornata di plenaria ospitata nella Sala Polifunzionale della Presidenza del Consiglio a Roma, Prodi ha richiamato le parole del Capo dello Stato che ha “incoraggiato” il Cgie a “presentare migliorie” alla recente riforma sulla cittadinanza, per sostenere che si tratta di “un’occasione storica che non va sprecata”.
“In questi 12 mesi – ha aggiunto – abbiamo lavorato tanto: sulla trasparenza interna e sulla comunicazione esterna con il nuovo ufficio stampa; siamo andati sui territori, con le Continentali a Vancouver, Buenos Aires e Bruxelles. Abbiamo dato il nostro contributo in vista della scorsa legge di bilancio; abbiamo registrato importanti risorse supplementari per i Comites, ma anche, purtroppo la mancata perequazione per le pensioni estero. Ci impegneremo ancora e – ha sottolineato – ci aspettiamo che al Cgie venga dato modo di necessario il proprio ruolo”.
Il Comitato di presidenza, ha proseguito, si è confrontato con le relazioni delle Commissioni tematiche: “abbiamo reso la comunicazione tra noi più fluidità per un lavoro più completo in plenaria”.
Nell’anno passato, ha ricordato la Segretaria generale, il Cgie ha siglato importanti accordi, come quello con il commissario straordinario per la ricostruzione, che sarà ospite del Cgie domani pomeriggio; e con il Cnel con cui verrà siglato venerdì 20. Inoltre, ha anticipato, “è in preparazione il rinnovo dell’accordo con il Museo dell’Emigrazione di Genova”, intesa che dovrebbe essere finalizzata in autunno.
Quanto alla “governance del Cgie”, secondo Prodi ci si dovrebbe “confrontare su tre piani”, partendo dalla legge istitutiva per capire “com’è veramente la situazione che non dà pieno compimento ad essa, per capire cosa vogliamo che sia il Cgie nei decenni a venire”. È “fondamentale” ha aggiunto Prodi, “riconoscere il ruolo di ciascuno nelle sue proprie specificità”. In secondo luogo, il Consiglio generale deve interrogarsi su “chi rappresenta”. Anche per questo, il Consiglio ha lavorato per “rivitalizzare il nostro ruolo presso la base della rappresentanza, coinvolgendo tutti i Comites”. Dopo aver ringraziato in particolare i Comitati di Lomas de Zamora, Perù e Bruxelles per le analisi inviate così come gli Intercomites di Francia, Germania e Svizzera che “hanno dialogato con i consiglieri territoriali”, Prodi ha ricordato che il Cgie, per coinvolgere i Comites, ha anche promosso dei “piccoli webinar dal grande impatto per confrontarci su diversi temi e creare familiarità e connessione naturale tra gli organismi di rappresentanza”.
Quanto al “funzionamento virtuale del consiglio” – reso necessario vista la mancanza delle risorse a disposizione per riunirsi in presenza – sia il Cdp che le Commissioni tematiche sono riusciti a lavorare “nonostante le difficoltà organizzative”.
Passando al rapporto con le istituzioni, Prodi ha ricordato di aver “scritto a tutte le regioni per chiedere di coinvolgerci sui temi che ci riguardano”. Il Cgie è stato anche “sollecitato da Germania, Regno Unito, e Servizio estero dell’Ue a per parlare della nostra esperienza” in vista di un “coordinamento delle diaspore” nell’ottica della cittadinanza europea. Sono “segnali importanti”, che confermano come il Cgie sia “nel cuore della rappresentanza democratica multilivello”. L’auspicio, per il futuro, è di avere “contatti con i comuni”, ma soprattutto – in prima battuta – che venga riconvocata la Conferenza Stato Regioni Cgie, che si è riunita l’ultima volta nel dicembre 2021.
“Lavorare per obiettivi è stato un cambiamento importante”, ha sostenuto Prodi; “ci consente di fare sintesi così da rilanciare il dialogo con tutti gli attori, a tutti i livelli”. Ma per “rendere più efficace questo lavoro serve che ci vengano richiesti i pareri obbligatori, nel pieno rispetto della legge istitutiva”. Solo così il Consiglio può stare al passo ed essere pronto ad intervenire sui temi all’ordine del giorno.
Un lavoro che dovrebbe essere facilitato anche dal reperimento del materiale informativo necessario sui temi prescelti: “ad esempio non ci è mai stata consegnata la documentazione sul voto elettronico” ha detto Prodi.
Ma ci sono stati anche successi: “sono stati messi in pratica i nostri ordini del giorno sul pagamento degli enti gestori e sul riacquisto della cittadinanza”. Ancora in attesa quelli sullo Spid e sul rilascio della Cie in Italia anche per gli Aire: “continueremo a chiederne l’attuazione, perché sono temi molto sentiti”.
La Segretaria generale ha quindi rivolto il “grazie” del Consiglio al Direttore generale Vignali, che lascerà la Dgit per altre “importanti funzioni”. Un ringraziamento accompagnato dal plauso di tutti i consiglieri che hanno dedicato al Dg anche una standing ovation. Commozione per il ricordo di Michele Schiavone, compianto Segretario generale morto l’anno scorso, a cui verrà presto intitolato un Premio che sarà dedicato alle associazioni attive nell’impegno civile nel mondo. Il Premio intende sottolineare “l’impegno reso da Michele per gli italiani all’estero”; ringraziati Conte e Mangione, che si sono occupati del Regolamento, Prodi ha evidenziato l’importanza di questo “momento di convergenza”, anche “grazie all’aiuto della Farnesina”.
“Alla fine di questo primo anno da Segretaria generale, - ha chiosato – abbiamo lavorato molto per creare un clima diverso, veramente collegiale, non per cercare l’unanimità, ma per trovare una sintesi. La legge istitutiva questo ci chiede: non scontri tra maggioranza e minoranze. Noi rappresentiamo comunità che hanno loro specificità, che non corrispondono alle associazioni politiche e sindacali qui a Roma. Questa è la nostra ricchezza fondamentale, per questo la legge istitutiva indica questo modo di procedere per collegare i territori e le persone che rappresentiamo. Questo è il nostro obiettivo comune. Penso – ha concluso – che questa diversità possa solo farci del bene”. (ma.cip.\aise)